Il documento programmatico di bilancio e la manovra che stanno per essere presentati contengono un incremento specifico per il settore scolastico pubblico: seconda quanto trapela, servirà per assegnare premi e indennità al personale.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “È solo una prima risposta, perché servono altri tre miliardi per riallineare gli stipendi fiaccati nel corso degli ultimi anni dall’avanzare dell’inflazione. L’incremento servirà anche ad introdurre le indennità di incarico per i precari, di sede per chi lavora lontano dalla propria residenza e di rischio biologico per la riapertura in presenza al tempo del Covid19. Di questi temi stiamo parlando ogni giorno nelle assemblee sindacali che si svolgono in ogni parte del Paese. Consulta il calendario degli incontrie la piattaforma sindacale.
Con il Governo alla ricerca di nuove forme di flessibilità in uscita per evitare l’assurdo ritorno alla legge Fornero, con uscita dal lavoro a 67 anni o con 42 anni circa di contributi, si torna a parlare di riscatto della laurea gratuito: una ipotesi che durante l’audizione alla commissione lavoro della Camera il 12 ottobre scorso il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ha detto costerebbe allo Stato 4-5 miliardi l’anno. Anche se lo stesso Tridico ha parlato di benefici evidenti, poiché “il riscatto della laurea ha due caratteristiche positive: incentiva il giovane e contribuisce all’aumento delle skill in un Paese dove il tasso dei laureati è tra i più bassi dell’Ue. Oltre a pareggiare una sorta di discriminazione che potrebbe denunciare chi resta di più tra i banchi di scuola rispetto all’ingresso mercato nel mercato del lavoro”.
Su questa proposta, Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ritiene condivisibile la posizione del numero uno dell’Inps: “Riteniamo che anche il riscatto della laurea debba certamente essere gratuito”, ha detto il sindacalista autonomo ad Italia Stampa, sia per andare incontro alla formazione del un montante pensionistico andando a riconoscere periodi di studio e di formazione riconosciuti che in tutti i Paesi moderni vengono equiparati al lavoro, sia “per incentivare tutti i giovani a laurearsi in un Paese, l'Italia, che ha 10 punti di distacco rispetto alla media europea sulla percentuale di giovani laureati. Ricordiamo che in Germania riscattano anche due anni delle scuole superiori e permettono di lasciare prima di noi l’insegnamento, tra l’altro dopo essere arrivati alla pensione con uno stipendio quasi doppio rispetto al nostro che comporta pure un assegno di quiescenza decisamente più corposo”.
“Quando si entra in ruolo e si fa domanda alla scuola di ricostruzione della carriera professionale è importante chiedere entro il mese di dicembre tutti i servizi che si sono resi, in particolar modo tutti i periodi di precariato”, tenendo conto che “la disciplina sulla ricostruzione di carriera risulta illegittima, anche secondo la Cassazione, perché prevede che vengano riconosciuti per intero, ai fini della carriera, soltanto i primi 4 anni di servizio mentre tutti gli altri anni di pre-ruolo vengono decurtati per un terzo”. Lo dice Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, durante un’intervista radiofonica ad Italia Stampa.
Secondo Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, si tratta di "un timido segnale", ma occorre ricordare che "mancano almeno 4 miliardi per poter recuperare il costo della vita negli ultimi 13 anni". In un’intervista all’agenzia Teleborsa, il sindacalista ricorda che "i prezzi al consumo sono saliti, ma gli stipendi sono rimasti fermi, nonostante il contratto firmato per il triennio 2016-2018 dopo quasi dieci anni di blocco contrattuale". E nel nuovo contratto, esorta Pacifico, dovranno essere previste diverse indennità oggi negate al personale scolastico.
I numeri dei docenti di sostegno rispetto al fabbisogno sono sempre più preoccupanti: aumentano infatti gli alunni disabili, ma si riduce quello degli insegnanti. A dirlo è il Ministero dell’Istruzione con l’ultimo Report del ministero dell’Istruzione: se gli alunni sono passati da 217.452 del 2015/16 a 277.840 del 2021-2022, confermando l’incremento medio di circa 10mila iscritti in più l’anno, nell’ultimo anno la quantità di docenti di sostegno si è sensibilmente ridimensionata passando dai 184.834 del 2020/21 ai 172.110 dell’anno in corso. Dunque, c’è una inspiegabile riduzione pari a circa 12mila cattedre. Con casi di concentrazione di docenti, a livello regionale, che continua ad essere fortemente disomogenea: è esemplari l’organico del Friuli Venezia Giulia, dove vi sono 138mila alunni con disabilità (1,9% del totale) a fronte di appena 1.665 docenti di sostegno, praticamente un docente ogni dodici alunni.
Il Ministero ha comunicato anche che dei172.110 posti di sostegno complessivi ben 65.940 sono “posti di sostegno in deroga”. Lo studio evidenzia che permangono differenze regionali notevoli: Lombardia e Sicilia detengono il record di cattedre di sostegno, con oltre 20mila posti; il Lazio sfiora quella quota, mentre ci sono regioni, come Friuli Venezia Giulia e Basilicata, dove il numero complessivo è inferiore a 2mila posti ed altre, come il Molise, che non arriva a 1.000.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “questi numeri regionali così diversificati dipendono anche dalle decisioni delle Università di specializzare su sostegno, tramite la frequenza dei Tfa, sulla base delle loro disponibilità e non producendo corsi sulla base delle effettive necessità di insegnanti da preparare nella didattica speciale. Ci siamo già rivolti, su questo punto, al Tribunale amministrativo, denunciando il numero programmato come illegittimo e a discapito della salvaguarda del diritto all'inclusione degli alunni con disabilità accertata”.
Anche quest’anno Anief fornisce la possibilità di presentare ricorso contro l’esclusione dai corsi di Tfa sostegno a causa della mancata inclusione nel bando di selezione di un numero adeguato di posti sulla base dalle effettive esigenze territoriali: gli interessati possono cliccare qui.