Oggi, 29 ottobre, il Presidente Regionale Anief Toscana, Cristina Dal Pino, insieme al Presidente Provinciale Anief di Arezzo, Fabio Lucio Ingraiti, hanno partecipato all'incontro con il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi promosso dal Presidente della Commissione Istruzione e Cultura del Senato, Riccardo Nencini, presso il Salone d'onore della Prefettura- Palazzo del Governo di Arezzo. Presenti varie associazioni di studenti e docenti, sindacati, dirigenti scolastici e rappresentanti dell'Ufficio Scolastico della Regione Toscana
Inizia la campagna elettorale per le elezioni delle Rappresentanze sindacali unitarie nei comparti pubblici di Scuola, Università e Ricerca: in vista delle elezioni di primavera dei rappresentanti dei lavoratori, il sindacato Anief ha dato vita a un incontro di inaugurazione delle attività di promozione del giovane sindacato alla presenza di tutti i dirigenti sindacali del territorio nazionale e di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: il leader dell’organizzazione autonoma ha detto che il sindacato intende migliorare la propria rappresentanza dando il massimo per “valorizzare le figure professionali, eliminando la precarietà, garantendo la piena mobilità e quindi il diritto alla famiglia. Vogliamo pure valorizzare i livelli professionali e i ruoli a tutti i livelli, ripartendo da una ridefinizione degli organici”, ha spiegato Pacifico
Dietrofront del Governo sulla Carta del Docente: dopo l’inserimento di ieri, nella bozza della Legge di Bilancio, di un articolo che andava ad abolirne l’assegnazione al personale di ruolo dal 1° settembre 2022 per far confluire l’intero budget nel MOF per premiare il merito e “la dedizione nell’insegnamento” in sede di contrattazione integrativa, il Consiglio dei Ministri non se l’è sentita di approvare un provvedimento così incoerente. “Alle sette di sera – scrive oggi Il Corriere della Sera - il ministro Patrizio Bianchi è riuscito a convincere i colleghi e il premier a stralciare la norma: i 260 milioni per il fondo di valorizzazione degli insegnanti sono stati trovati con altre poste”. Solo che “non è stata l’unica grana provocata dalla legge: nell’allungare fino a giugno i contratti per gli insegnanti Covid (300 milioni), ha dimenticato il personale Ata, i cui contratti scadranno a dicembre. Toccherà al Parlamento cercare di inserirli tra le proroghe”. Anche Orizzonte Scuola dice che si rimane in attesa di “una risposta: quella per gli ATA, che al momento resterebbero esclusi dalla proroga”.
Anief ringrazia i ministri del Governo Draghi che hanno immediatamente compreso quanto sarebbe stato ingiusto cancellare la card del docente, ma allo stesso tempo torna a chiedere allo stesso Governo di impegnarsi con lo stanziamento di risorse aggiuntive per introdurre specifiche indennità ed estendere il contributo anche a tutto il personale precario e amministrativo della scuola. L’aggiornamento della professione non dipende dal tipo di contratto di lavoro stipulato: sull’estensione della Carta Docente al personale precario è pendente in Corte di giustizia europea, dopo che lo scorso mese di luglio, su un ricorso presentato dall’ufficio legale di Anief, è stata sollevata una questione pregiudiziale dal tribunale di Vercelli per l’evidente disparità di trattamento della norma”.
“Non era possibile – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – che i soldi della formazione, oltre 300 milioni di euro l’anno, invece di essere integrati e assegnati anche ai precari, con un colpo di mano e senza confronto con il sindacato rappresentativo venissero dirottati ad una parte del personale di ruolo e pure tassati. Chiediamo quindi ancora una volta che questa discriminazione venga meno. Come riteniamo insensato avere previsto la proroga per l’organico Covid, fino al termine dell’anno scolastico, solo per i docenti e non per gli amministrativi, tecnici e ausiliari della scuola. Anziché attuare un ripensamento complessivo della dotazione organica, come sarebbe necessario, e confermare gli oltre 70mila posti Covid dello scorso anno, si è deciso di dimezzarne quasi il numero. E anche dimenticando la proroga di una buona metà.Non dimentichiamo che questi supplenti brevi, al pari dei loro colleghi, non hanno nemmeno l’assegno mensile riconosciuto nel salario accessorio, nonostante nei ricorsi promossi sia stato accertato il loro diritto. Come i docenti precari non hanno la ‘voce’ della retribuzione professionale: in entrambi i casi abbiamo presentato ricorso”.
Dopo il “tira e molla” durato settimane, la commissione lavori gravosi – indispensabile per aderire all’Ape Sociale – vengono collocati anche i docenti della scuola primaria: se la bozza della legge di Bilancio non dovesse mutare, significa che i maestri primaria potranno accedere alla pensione a 63 anni di età e 36 anni di contributi, senza riduzioni importanti all’assegno di quiescenza ma con il vincolo che sei degli ultimi sette siano stati impegnati in attività faticose. Con i maestri, hanno trovato spazio nella nuova lista allargata anche altre professioni, come i conduttori di macchinari per l'estrazione di minerali, agli operai agricoli e agli artigiani, i magazzinieri, gli addetti alla consegna, gli estetisti, i lavoratori delle pulizie, i portantini e i tecnici della salute. Confermata la presenza anche dei maestri della scuola primaria.
Si tratta dell’organico aggiuntivo di docenti assunti in servizio fino al 31 dicembre di quest’anno scolastico, quasi la metà di quello autorizzato per l’anno precedente, e che Anief vorrebbe inserito in pianta stabile organica al di là dell’emergenza Covid. Peraltro, questi supplenti brevi al pari dei loro colleghi non hanno l’assegno mensile riconosciuto nel salario accessorio, nonostante nei ricorsi promossi sia stato accertato il loro diritto. Pacifico: bisogna uscire da provvedimenti tamponi, ripensare l’organico di diritto di ogni istituzioni scolastica, diminuire il rapporto alunni/personale docente e amministrativo per sdoppiare le classi e combattere la precarietà garantendo una parità di trattamento giuridica ed economica tra personale precario e di ruolo.