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È l'associazione che registra il maggior aumento di deleghe e diventa la sesta sigla sindacale, dopo aver superato i Cobas, la prima tra i non rappresentativi.

Alle ultime elezioni RSU che erano state rinviate per un triennio, al netto dei 200.000 lavoratori precari in meno cancellati dal Governo, perdono voti rispetto alle precedenti elezioni tra i rappresentativi CGIL (- 0.66), CISL (- 1.76), SNALS (- 3,15), aumenta la UIL (+ 2.57), stazionaria la Gilda (+0,16); mentre tra i non rappresentativi perdono COBAS (- 0,99), stazionari CISAL (- 0,11) e UNICOBAS (+ 0,07).

La perdita di un terzo dei voti dei Cobas è compensata dalla nascita di un nuovo sindacato alternativo, l’ANIEF, che con i suoi quasi 10.000 voti dopo la ritirata di ANP-ANQUAP risulta il vincitore di queste elezioni grazie anche al fatto che in tre anni riesce a superare la barriera delle 8.500 deleghe mentre gli stessi COBAS perdono 400 deleghe (ridotti a 6.500), CISAL più di 1.000 e UNICOBAS e ANP più di 200.

Il dato è tanto più importante se si pensa che finalmente, dopo venti anni, nella scuola si comincia a percepire un'alternativa ai sindacati tradizionali di potere o di base. La scelta di non connotare ideologicamente il nuovo sindacato, ma di orientarlo alla tutela dei diritti attraverso il sapiente ricorso alla magistratura, oggi risulta non soltanto apprezzata dai colleghi ma vincente in un momento in cui la contrattazione è bloccata. L'esperienza maturata nelle aule parlamentari e giudiziarie alla fine rende merito alla fiducia prestata da migliaia di lavoratori della scuola che rivendicano, grazie al sindacato, il diritto a essere nuovamente protagonisti del Paese.

Nelle scuole dove si voterà nei prossimi giorni si potrà confermare questa nuova scelta di campo. Nel frattempo, il giovane sindacato si avvia al primo congresso, che sarà celebrato a Cefalù (PA) il prossimo 8 dicembre; segno che la difesa della scuola non si ferma neanche per le feste.

 

Il suo insegnamento li avvicina alla vita civile e all’amore per il patrimonio culturale.

“Insegnare a scuola l'Inno di Mameli significa avvicinare i ragazzi alla vita civile e all’amore per l’enorme patrimonio culturale dell’Italia. Chi sostiene il contrario, come alcuni partiti politici e sindacati di settore, preferisce che la nostra istruzione pubblica sia contrassegnata dagli inni che esaltano l’egoismo e il rifiuto dei diritti fondanti della nostra collettività”. A sostenerlo è Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir Mit-Pa alle alte professionalità, a proposito dei dissensi, seppure minoritari, che in questi giorni hanno caratterizzato l’introduzione della nuova legge grazie alla quale già dall’anno scolastico in corso l'inno di Mameli comincerà ad essere insegnato nel piano di studio delle nostre scuole.

Secondo Pacifico la legge approvata dal Senato, che riconosce anche il 17 marzo di ogni anno, in continuità con il festeggiamento dei 150 anni, come ''Giorno dell'Unità nazionale, della Costituzione, dell'inno e della bandiera'', allo scopo di promuovere i valori di cittadinanza e di consolidare l'identità nazionale, è un atto fondamentale per la formazione delle nuove generazioni: “non si tratta di un richiamo al passato – sottolinea il sindacalista Anief-Confedir – ma di un passaggio centrale nell’opera dell’educazione civile e sociale della cittadinanza italiana”.

 

Le nostre scuole sono abituate a vivere nella mancanza di servizi: evitiamo anche di strumentalizzarle.

L’Anief reputa priva di fondamento la polemica che si è venuta a creare tra il Governo e l’Upi, a seguito della minaccia del presidente dell’Unione delle province italiane, Antonio Saitta, di chiudere o ridurre il riscaldamento negli edifici scolastici come conseguenza degli ulteriori tagli operati alle istituzioni locali dallo stesso Governo Monti.

“Le scuole vivono in difficoltà crescenti ormai da anni – sostiene Marcello Pacifico, presidente dell’Anief – tanto è vero che devono fare i conti con mancanze di ogni genere: dalla carta igienica, ai gessetti per le lavagne, dai toner per le stampanti all’assenza di manutenzione ordinaria e straordinaria. Se la minaccia dell’Upi dovesse realizzarsi, vorrà dire che si organizzeranno per sopravvivere anche al freddo: di sicuro, però, non chiuderanno. Come qualcuno ipotizzava”.

Altri hanno anche già ipotizzato che potrebbero essere le famiglie degli alunni a dover sopperire a finanziare l’eventuale riduzione di riscaldamento: “anche in questo caso si tratterebbe – sottolinea Pacifico – di una richiesta del tutto inappropriata. Proprio come lo è stata quella dei non pochi dirigenti scolastici che hanno autorizzato a chiedere i contributi direttamente ai genitori per il sostentamento delle scuole da loro gestite. È evidente che non possono essere le famiglie a farsi carico della fornitura dei servizi essenziali della scuola pubblica”.

“Come non possono farsi carico i genitori della gestione delle scuole: se queste sono sporche e non ripulite, giornalmente o periodicamente, la colpa è anche delle decine di migliaia di unità di personale Ata (tra cui tantissimi collaboratori scolastici) cancellate negli ultimi sei anni. Il Governo si metta in testa che non può tagliare e poi delegare al volontariato: i servizi pubblici, come la scuola, vanno posti tra le priorità del Paese. E questo – conclude il presidente dell’Anief - lo devono sapere pure le province”.

 

Dopo l’appello dell’Anief, sono numerosissimi i documenti di protesta che arrivano al nostro sindacato da parte delle scuole. Che si tratti di deliberazioni dei collegi docenti o di documenti stilati durante le assemblee sindacali, le lavoratrici e i lavoratori della scuola continuano a voler aggiungere la loro voce al coro di protesta contro la dequalificazione della scuola statale, della funzione docente e della professionalità Ata.

Anief, come annunciato, si farà portavoce di questo dissenso e delle proposte costruttive che provengono da questi documenti, inviandoli a sua volta al Miur.

A titolo esemplificativo, ne rendiamo noti alcuni tra le centinaia che sono pervenuti e che invitiamo tutti a continuare ad inviarci.

Documento I.C. Matteotti (Alfonsine, RA)

Documento I.I.S. Einstein-Nebbia (Loreto, AN)

Documento I.I.S. Basile (Monreale, PA)