Per Anief è un provvedimento atteso, ora serve un intervento legislativo che coerentemente riveda i blocchi nei trasferimenti e permetta il rientro nella propria provincia di provenienza. Inoltre, sui posti residuali dalle prossime quasi 80 mila immissioni in ruolo bisogna reclutare nei ruoli dalle graduatorie di istituto. “Soltanto così si potrà dire di combattere efficacemente contro la supplentite dopo la riapertura delle stesse e il loro aggiornamento in liste provinciali”, dichiara Marcello Pacifico.
Arriva da Vicenza la risposta migliore agli attacchi gratuiti di questi giorni ai supplenti eterni della scuola, che trovano l’esempio peggiore nei giudizi negativi del professore Ernesto Galli della Loggia alla categoria e verso i sindacati del comparto scolastico: una docente precaria di Vicenza, Cristina Avancini, ha continuato in questi mesi a svolgere il suo lavoro attraverso video-lezioni con gli alunni, “nonostante il contratto scaduto”. La vicenda, raccontata da Franco Bechis, in un articolo pubblicato sul ‘Tempo’, non è sfuggita ai vertici dello Stato: il Presidente Sergio Mattarella, infatti, nello scegliere dei docenti per l’onorificenza di Cavaliere al merito che si sono distinti nella lotta all’emergenza al Coronavirus, ha individuato anche l’insegnante che opera nel capoluogo veneto.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “quello che è accaduto a Vicenza è uno dei mille esempi di come per i 150 mila docenti italiani supplenti per legge la didattica e il bene degli alunni vengano prima di tutto, anche di sé stessi. Anziché lasciarsi andare a pensieri liberi e non confacenti alla realtà, certi accademici ed intellettuali farebbero bene a commentare questo. A rimarcare che, pur di salvaguardare il bene e la crescita cultuale dei propri allievi, i docenti precari sono disposti anche a lavorare gratis. Ma pure a ricordare che, quando vengono pagati, il loro stipendio è tra i più bassi dell’area Ocse e a fine carriera, quindi anche da pensionati, percepiscono la metà dei colleghi tedeschi e danesi, come chiaramente indicato nell’ultimo rapporto Eurydice”.
Ancora una volta il tema tiene banco grazie alla difesa degli avvocati del giovane sindacato. Il Governo potrebbe approfittarne per garantire alle famiglie la continuità didattica anche per il prossimo anno scolastico. Chi lavora per lo Stato deve essere tutelato, afferma Pacifico, e non licenziato
Con la conversione del decreto scuola, avvenuta con la legge 41 del 6 giugno 2020, si sono avviate le procedure per l’aggiornamento e la digitalizzazione delle graduatorie d’istituto, che dal prossimo anno garantiranno ai docenti ivi inseriti di poter aspirare a contratti di supplenza fino al 30 giugno e al 31 agosto sull’intera provincia, limitando l’indicazione delle scuole ai soli fini della stipula di contratti di supplenza breve.
Una rivoluzione che ANIEF chiedeva da tempo e salutata con favore dal giovane sindacato, anche se resta forte il rammarico per aver perso l’occasione di estenderne da subito la validità anche per le immissioni in ruolo. C’è, tuttavia, preoccupazione per alcuni aspetti che la legge non ha disciplinato e che ANIEF chiede con forza che siano risolti dai decreti attuativi dell’aggiornamento.
Sono ormai pressoché concluse in tutta Italia le operazioni di nomina in ruolo sui posti residui della cosiddetta Quota 100 sul contingente dell’a.s. 2019/2020. Per i neo assunti è stata disposta l’immissione in ruolo con retrodatazione giuridica dal 1° settembre 2019 e decorrenza economica dal 1° settembre 2020. Il Ministero dell’istruzione ha, però, dato indicazioni agli uffici scolastici regionali di non validare eventuali domande di mobilità presentate dai neo immessi su tali posti.