“Per far ripartire le scuole in sicurezza bisogna recuperare 15 mila plessi, rivedere il criterio del dimensionamento scolastico e della formazione delle classi, assegnare il personale in base alle esigenze del territorio, quindi procedere a una procedura massiva di stabilizzazione di tutto il personale precario e di giovani laureati senza più penalizzazioni nella ricostruzione di carriera o nella mobilità”: a pronunciare queste parole è stato stamani Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nel corso del seminario sulla legislazione scolastica, organizzato per la provincia di Siracusa.
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Sarebbe inutile cambiare la fine dell’anno scolastico spostandola al termine del prossimo mese di giugno perché il ritardo di competenze non si risolve aumentando di venti giorni le lezioni: le parole pronunciate dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, riempiono d’orgoglio il sindacato Anief. Il suo presidente nazionale, Marcello Pacifico, ricorda: “Il ministro ci ha ascoltato, perché sull’ipotesi di protrarre le lezioni sino alla fine di giugno 2021, Bianchi sembra saggiamente allargare la problematica su ambiti ben più complessi. Sembra avere seguito, dunque, la nostra richiesta di evitare una ‘coda’ pesantissima di giorni di lezioni, che non raggiungerebbe i risultati attesi”.
L’ANIEF presente all’incontro con la delegazione composta da Giuseppe Faraci e Stefano Cavallini, componenti della segreteria generale, ha innanzitutto ribadito la necessità di un aumento di organico per ripartire in sicurezza nel prossimo anno scolastico. Bene l’assenza di tagli ma servono più classi, più plessi, più sedi e quindi un maggior numero di docenti in organico. Sarebbe stato auspicabile assorbire l’intero organico Covid nell’organico 2021/22
Dopo l’incontro della scorsa settimana con il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, e il Patto sottoscritto anche con il presidente del Consiglio, Mario Draghi, stamane le confederazioni del pubblico impiego hanno avviato il confronto con il nuovo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi per siglare un patto su istruzione e formazione: si è parlato, tra le altre cose, dell’organico dei docenti del prossimo anno scolastico, per il quale Anief si aspetta la conferma dei 60 mila docenti Covid e la loro collocazione in organico di diritto, la cancellazione dell’organico di fatto e un incremento di cattedre per affrontare l’emergenza pandemica e cancellare una volta per tutte le classi pollaio. Il ministro, pur rispettando ovviamente il ruolo che hanno l'ARAN e i sindacati su questo argomento, ha tenuto ad evidenziare come il rinnovo del contratto sia un tema sempre più fondamentale per assicurare la dignità delle persone che lavorano nella scuola: peccato che qualcuno paventi aumenti inferiori rivolti proprio a chi lavora nella scuola, poiché vi sarebbe da coprire la perequazione. Una ipotesi che non trova fondamento nei calcoli del giovane sindacato.
“Poiché l’elemento perequativo è aggiuntivo e strutturale rispetto all’aumento contrattuale, significa che col rinnovo del Ccnl si avranno 150 euro lordi medi, quindi 100 euro nette a lavoratore”, sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, che non comprende i motivi del trattamento peggiorativo che verrebbe riservato a docenti e Ata della scuola. Poi il sindacalista aggiunge: “Se è vero che il passaggio dal 3,48% del precedente rinnovo all’attuale 4,07% è positivo ma non può bastare a recuperare 14 punti di inflazione persi, è anche vero che non condividiamo la teoria di chi ipotizza 20 euro medi in meno da assegnare al dipendente della scuola. Riteniamo che l’aumento, da sottoscrivere pure con le organizzazioni sindacali rappresentative di categoria, debba essere almeno lo stesso degli altri statali. Ricordiamo che i compensi annui di chi lavora nelle nostre scuole sono 10 mila euro annui più bassi rispetto a quelli della media Ue. Per questo va adottato il principio del salario minimo, assieme alla diaria giornaliera di 10 euro per quel rischio biologico accertato scientificamente e che il Covid19 ha messo ancora più a nudo. In generale – ha detto Pacifico - il rinnovo del contratto dovrà prevedere una formazione ripensata come attività lavorativa, intesa come opportunità e non certo un costo”.
L’Italia è la maglia nera in Europa per il tasso di dispersione e numero di laureati: i miliardi che arriveranno dal Recovery Plan dovranno servire a cancellare anche questo doppio record, dando dignità a tutti i percorsi di scuola, a partire dalla fascia 0-6 anni, fino all’istruzione superiore, in particolare a livello professionale e tecnico, e passando per il tempo pieno generalizzato andando però prima a crearne i presupposti con mense e palestre. Lo ha detto oggi il ministro Patrizio Bianchi nel corso di un’audizione alla Senato incentrata sul piano sui contenuti della Proposta del Piano nazionale di ripresa e resilienza collegato al doc. XXVII, n. 18. “Ecco perché – ha detto il ministro - servono nuovi linguaggi e nuove competenze. Va bene quindi avere una nuova formazione, che parta dall’infanzia, così da permettere ai nostri ragazzi di avere un uso critico dei nuovi strumenti. Una situazione che non riguarda i loro genitori e i loro nonni. I cablaggi non bastano: bisogna formare le persone. I fondi europei sono però un innesco, poi serviranno quelli dei privati e delle Regioni”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ritiene che alcuni dei temi toccati dal ministro Patrizio Bianchi e inquadrati dal precedente Governo per il rilancio della Scuola e della Conoscenza siano in linea con le necessità del Paese: “Combattere contro le diseguaglianze a partire dalla scuola dell’infanzia – commenta il sindacalista - è infatti essenziale se si vuole ridurre il gap formativo e culturale all’interno dell’Italia. Il digital divide che colpisce oltre un milione di alunni, il mancato accesso all’istruzione nella fascia 0-6 anni e il 27% dei Neet vanno combattuti con forza: iniziamo, a questo proposito, ad allungare l’obbligo scolastico partendo dai tre anni fino alla maturità”.
Il leader del giovane sindacato ha detto quindi di “apprezzare l’intervento sull’indispensabilità della spesa che lo Stato si assume per il personale: a questo proposito, esortiamo l’amministrazione e il Governo ad adattare le norme su organici, nuove professionalità, reclutamento e mobilità dei lavoratori della scuola, orientandole in linea con quanto chiede la stessa UE. Va ridotto, quindi, il numero di alunni per classe ed incrementato quello del personale, assumendo tutti coloro che hanno svolto tre anni di servizio, assumendo da GaE e graduatorie d’istituto, introducendo concorsi per titoli e servizi, oltre che cancellare i vincoli che si oppongono agli avvicinamenti su sedi di lavoro vicino casa che in tempo di pandemia rasentano la follia. Ma anche introdotte quelle professionalità, come di coordinamento delle segreterie scolastiche, attivate solo sulla carta. Sono provvedimenti indispensabili per abbattere i tassi di dispersione scolastica in quei territori dove è scarso l’apporto socio-economico ed è concentrata l’immigrazione e l’emigrazione”, ha concluso Pacifico.