Contratto

Blocco dei contratti: per sei Tar e un giudice del lavoro viola nove articoli della Costituzione

Eppure il Governo si appresta a prorogarlo di un anno, in attesa dell’udienza della Corte costituzionale prevista per il 5-6 novembre 2013 che discuterà 17 ordinanze di remissione per la violazione di nove articoli della Costituzione relativamente al personale dell’università, dell’ambasciata, dell’Agcom, della Scuola. Intanto la Confedir e l’Anief si preparano a ricorrere nei tribunali di tutto il Paese.

Ultimo appello al Parlamento: la sentenza n. 223 del 7 ottobre 2012 ha salvato i magistrati. È ora di fermarsi altrimenti il contenzioso sarà inevitabile e in autunno ci troveremo un nuovo buco di bilancio. Irricevibile anche lo stop agli aumenti di stipendio pagati a maggio al personale ata e agli insegnanti grazie ai nuovi tagli concordati con i sindacati al fondo d’istituto (MOF).

L’articolo 1 del Regolamento approvato dal Governo Monti e sottoposto all’esame del Parlamento (atto n. 9) propone la proroga del blocco degli stipendi ai dipendenti pubblici - ad eccezione dei magistrati ed avvocati dello Stato - per tutto il 2014 e al personale della scuola per tutto il 2013, nonché il blocco dei valori dell’indennità di vacanza contrattuale al 2010 e la non valutabilità ai fini economici della progressione di carriera degli eventuali aumenti maturati per il 2011, per effetto di deroghe normative come avvenuto proprio per il personale della scuola, a seguito dell’approvazione dell’art. 4, c. 83 Legge n. 183/2011, recepita dal CCNL sottoscritto il 13 marzo 2013 ai sensi del decreto interministeriale n. 3 del 14 gennaio 2011.

I Tar di Lazio, Piemonte, Lombardia, Abruzzo, Calabria, Trento e il tribunale del lavoro di Roma hanno censurato più volte l’art. 9, cc. 1-2, 21, 23 della legge 122/2010 con cui il Governo intende prorogare i sacrifici per i dipendenti pubblici anche per il biennio 2013-2014. Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato Confedir al contenzioso, ricorda come in queste ordinanze si denuncia la violazione degli artt. 2, 3, 35, 36, 39, 42, 53, 97, 117 primo comma della Costituzione e per le stesse ragioni per cui la norma è stata dichiarata già incostituzionale per i magistrati (sentenza n. 223/12 della Consulta). Inoltre, la proroga del blocco non servirebbe a niente perché quello attuato in questi tre anni non ha fermato l’aumento del debito pubblico. Per il personale della scuola si aggiungerebbe, infine, la beffa visto che i loro sindacalisti hanno acconsentito nel marzo scorso alla riduzione dei fondi alle scuole per pagare quegli scatti maturati nel 2011 che il Governo vorrebbe disconoscere come retribuzione e lasciare come indennizzo.