Manca un mese esatto all’inizio delle prove preselettive per l’accesso di 25.874 nuovi docenti ai corsi di specializzazione come docente di sostegno nella scuola pubblica: il decreto ministeriale n. 333 del 31 marzo scorso ha infatti stabilito che per sopperire carenza diffusa di docenti specializzati dal 24 al 27 maggio prossimi si svolgeranno i test per selezionare diverse decine di migliaia di aspiranti. Il decreto stabilisce che le prove di accesso saranno costituite da un test preselettivo, che consisterà in un test con 60 quesiti a risposta multipla sulle conoscenze didattiche, psicopedagogiche e giuridiche relative al profilo dell’insegnante di sostegno e le necessarie abilità linguistiche.
Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi continua a difendere con i denti la sua riforma del reclutamento e formazione dei docenti imposta tre giorni fa in Consiglio dei ministri nel Decreto Pnrr 2: con questo programma “delinea un percorso chiaro per chi vuole diventare insegnante nelle scuole secondarie dopo anni in cui le regole sono cambiate più volte, generando confusione e allontanando molte persone, soprattutto i più giovani dall’insegnamento”, dice oggi il ministro al Messaggero. Inoltre, dice Bianchi, “con la riforma, i cui contenuti sono anche legati all’impegno preso con l’Europa sul Pnrr, nascerà la Scuola di alta formazione per dare linee guida, per una formazione continua che possa arricchire la professionalità del corpo docente. E poi avremo finalmente concorsi annuali, a garanzia di una maggiore continuità. Entro il 2024 assumeremo 70mila docenti”.
Secondo il ministro dell’Istruzione la riforma di assunzione e formazione dei docenti, approvata l’altro ieri dal Consiglio dei ministri all’interno del Decreto Pnrr 2, “non è un percorso a ostacoli, ma un percorso formativo chiaro”. Replica Marcello Pacifico, presidente Anief: “è peggio, è una lotta alla sopravvivenza, resteranno tutti i posti vacanti. La verità è che di fronte a 100 mila posti oggi senza titolare, a 23 anni di abusi sui precari, il Governo rende l'accesso al ruolo docente più difficile, più complicato, più lungo. Prevediamo che i due terzi dei posti oggi liberi rimarranno tali”.
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
Siamo presenti in tutte le province.