Il ministro dell’Istruzione continua a dire che la numerosità delle classi non è un problema e che piuttosto bisogna guardare al calo di natalità: solo che la teoria è una cosa, la pratica è un’altra. La realtà è che anche in tempo di Covid le classi pollaio e la concentrazione degli alunni nella stessa aula non è mutata: tutto è rimasto come prima della pandemia. Così ci ritroviamo con una classe, a Genova, composta da 24 alunni di cui 7 con disabilità: accade all’Istituto Duca degli Abruzzi, come riportato da Il Fatto Quotidiano, con tanto di intervento di genitori (che hanno chiesto anche un incontro in Prefettura e invieranno una lettera al ministro dell’Istruzione) e insegnanti che protestano chiedendo lo sdoppiamento.
“Sono meno di un quarto le 94mila immissioni in ruolo da attuare nella prossima estate rispetto ai posti vacanti e disponibili: il sindacato Anief ha in compenso chiesto ed ottenuto dal ministero dell’Istruzione il ripristino della call veloce, perché permetterà anche di essere assunti in una provincia diversa rispetto a quella in cui si è inseriti nella rispettiva graduatoria”: a dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, il sindacato che in corrispondenza dell’annuncio del contingente delle assunzioni a tempo indeterminato da parte del ministero dell’Istruzione ha subito denunciato l’esiguo numero, assieme al mancato utilizzo, ai fini della stessa abilitazione, di tutte le graduatorie dei precari e la conseguente sicura mancata assegnazione di una parte consistente delle cattedre destinate dal Mef alle immissioni in ruolo.
“Nel primo anno della pandemia si sono aggiunte 3.000 classi, si erano dotate le scuole dell’organico aggiuntivo, ma non si erano rivisti i criteri sul dimensionamento scolastico: oggi le condizioni restano le stesse. Anzi l’organico aggiuntivo è addirittura scomparso”: a denunciarlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. In un’intervista rilasciata ad Orizzonte Scuola, il sindacalista ricorda che “l’organico Covid era una risposta straordinaria a quello che il governo intendeva fare negli anni successivi e che poi non ha fatto”.
Roma, 15 lug. (Labitalia) - "Le dimissioni del premier Mario Draghi (per ora rifiutate dal Capo dello Stato) pongono seri dubbi sul proseguo della riforma del reclutamento dei docenti italiani: dopo l'approvazione parlamentare, a fine giugno, della legge 79/2022 che ha riformato modalità di assunzioni e formazione del corpo insegnante italiano, servono infatti ben 14 decreti attuativi. Il primo dei quali dovrà essere prodotto dalla presidenza del Consiglio dei Ministri e pubblicato entro prossimo 31 luglio". Lo denuncia l'Anief riportando che "si tratta del percorso dei 60 Cfu, di cui almeno 10 di area pedagogica, comprendente attività di tirocinio diretto e indiretto non inferiore a 20 CFU/CFA'', e mettendo in risalto il rischio di mancata approvazione dello stesso decreto attuativo.
A due giorni dalla comunicazione del Ministero dell’Istruzione ai sindacati delle oltre 94mila immissioni in ruolo da attuare nella prossima estate, cominciano a spuntare le prime “crepe” sulla procedura. In Piemonte, ad esempio è assodato che le assunzioni a tempo indeterminato sicuramente non si faranno per alcune classi di concorso: l’Ufficio scolastico regionale piemontese ha pubblicato l’elenco delle classi di concorso per cui, a causa di Graduatorie di merito che saranno pubblicate dopo il 31 agosto o prive di aspiranti che abbiano superato le prove, nella regione non sarà attivata la procedura informatizzata di immissione in ruolo per l’a.s. 2022/2023.
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