Quello di domani, lunedì 30 maggio, sarà un inizio settimana difficile per la scuola e per le famiglie di molti degli otto milioni di alunni e studenti iscritti ad un corso d’istruzione: tutte le organizzazioni sindacali della scuola italiana hanno infatti deciso di fermarsi per l’intera giornata per ribadire con la massima protesta il loro no alla parte del Decreto Legge n. 36, collegato al Pnrr, che introduce modalità di reclutamento e formazione a vantaggio di pochi, e ad un contratto di categoria scaduto da 40 mesi senza segnali di svolta da parte del Governo e dell’amministrazione.
Mancano poco più di 72 ore alla scadenza per la presentazione delle domande per l’aggiornamento delle Gps, le Graduatorie provinciali per le supplenze a cui sono interessati, a vario titolo, circa 700mila docenti precari. Dalle notizie che arrivano dalle sedi territoriali del sindacato, risulta che una fetta consistente dei docenti suopplenti non ha ancora provveduto all’inoltro definitivo della domanda. A dire il vero, sulla base dell’Ordinanza pubblicata l’11 maggio scorso dal ministero dell’Istruzione, molti di loro non potrebbero nemmeno presentarla: da un’attenta analisi delle norme vigenti, però, i legali dell’Anief assicurano che vi sono invece buone possibilità di candidarsi e di esservi inclusi.
Ai sindacati è arrivata in queste ore una nuova convocazione all’Aran, in vista del rinnovo del contratto “Istruzione e Ricerca” 2019/21: l’incontro si svolgerà martedì 7 giugno e verterà molto probabilmente sulla parte economica, quella che Anief chiede di chiudere in fretta, considerando che stiamo affrontando un Ccnl scaduto ormai da 150 giorni, per poi concentrare gli sforzi – economici e di adeguamento normativo - sulla nuova gestione contrattuale che riguarda il periodo 2022/24. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, sostiene che conviene realizzare una trattativa il più possibile veloce sul contratto già scaduto, ma non riunendo in un unico testo le norme contrattuali, come invece chiede la parte pubblica: "quello che serve ai lavoratori della scuola è un contratto ‘ponte’ proprio perché il periodo 2019-2021 è trascorso e l'inflazione ha raggiunto livelli impressionanti, l’Istat ci ha detto che nell’ultimo anno siamo arrivati ad un incremento del 6% dell'aumento del costo della vita. Come si può pensare di fronteggiare un’inflazione del genere con un solo aumento della busta paga negli ultimi 12 anni, quello del 3,48% del 2018?".
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