Rassegna stampa

Recensioni dalla stampa al 5 novembre 2011

WWW.SENATORIPD.IT – 25 ottobre 2011
“Altri tagli a scuola e atenei per 131 ML. Gelmini mentiva e per il suo governo conta come il due di coppe”
░ Riportiamo un comunicato stampa della senatrice del Pd Vittoria Franco (gruppo PD presso la VII Commissione, Istruzione, del Senato; fa riferimento, con toni particolarmente aspri, alla Legge di Stabilità in atto in discussione. Comunque, l’ultimo a briscola è il due di bastoni.
"Il ministro Gelmini mentiva oppure non sapeva; fatto sta che, al contrario di quanto ha detto di recente, con la legge di stabilità sono in arrivo altri tagli per la scuola, l'università e la ricerca, pari a 131 milioni di euro. Si tratta di un colpo mortale al sistema dell'istruzione e dell'alta formazione, il contrario esatto di quanto ci chiede l'Europa e di quanto stanno facendo altri Paesi, cioè investire sui giovani e sul sapere. In una recente intervista la ministra dell'Istruzione ha detto, testuali parole: 'il mio ministero non è più in grado di sopportare diminuzioni di finanziamenti'. Ebbene, prenda atto che per il suo governo conta come il due di coppe. Nella legge di stabilità in discussione al Senato sono previsti, tra l'altro, 93 milioni di euro di tagli all'istruzione, 20 milioni all'università, 16 milioni di fondi da ripartire, 300 unità dirigenziali in meno nella scuola, il blocco degli scatti di carriera anche per i docenti dell'Alta formazione artistica e musicale, un solo anno sabbatico ogni 10 anziché ogni 5, per i professori universitari e tante altre misure negative. E' l'ulteriore dimostrazione che siamo di fronte a un governo incapace anche solo di pensare in chiave di sviluppo e che si riduce sempre e solo a tagliare, anche in settori cruciali come l'istruzione, la formazione e la ricerca".

Domani – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - 27 ottobre 2011
“Quando lo stipendio dei deputati era misurato sulla paga degli operai”
░ E’ sempre importante, per noi, ospitare scritti di Raniero La valle, in questo caso una anticipazione del libro: ”Quel nostro novecento” (è prossima la pubblicazione, per la casa editrice Ponte alle Grazie). La Valle racconta l'onestà dei padri costituenti; storie di uomini e donne che programmavano la democrazia nella quasi povertà: Dossetti, La Pira, Lazzati. Protagonista del brano anticipato su Domani Arcoiris è una donna: Teresa Mattei. Disobbedì a Togliatti rifiutando di abortire; fu espulsa dal Pci, che avrebbe voluto coprire lo "scandalo".
Ho conosciuto Teresa Mattei e ho fatto un comizio con lei a Pisa nella campagna elettorale per il referendum costituzionale del giugno 2006, quando la destra berlusconiana voleva far scempio della Costituzione e non vi riuscì. Teresa Mattei aveva già 85 anni, ma la Costituzione la voleva difendere, perché ne era madre; era stata a 24 anni deputata comunista alla Costituente, una delle ventuno donne sui 556 deputati che avevano fatto parte di quell’assemblea. Era la più giovane di tutti, e per questo Vittorio Emanuele Orlando che, essendo invece il più anziano, aprì la prima seduta del 25 giugno 1946… la chiamò a salire sugli scranni alti come segretaria di Presidenza. In questa veste, con una delegazione dell’Assemblea, il 27 dicembre 1947 presentò al Capo provvisorio dello Stato il testo della Costituzione da firmare: “una ragazzina – come ricorda – che per la foto con De Nicola alla consegna della Costituzione aveva addosso il vestito di sua madre e le scarpe scalcagnate”. I deputati alla Costituente, nell’Italia povera del dopoguerra, erano infatti poveri; per questo ad esempio – e fu una benedizione – i c.d. “professorini” – Dossetti, Lazzati, Fanfani, La Pira – non potendo permettersi altro, andarono a vivere tutti insieme nella casa delle signorine Portoghesi in via della Chiesa Nuova 14, formando quel singolare sodalizio che si chiamò poi, per celia, “comunità del Porcellino”. … Se la Costituzione rassomigliava all’Italia e ancora oggi è “la più bella del mondo”, è anche perché è stata fatta da poveri che stavano dalla parte dei poveri….. Teresa Mattei… alla Resistenza giunse a 22 anni… non si limitò a fare da staffetta, come molte donne partigiane, ma partecipò ad azioni di guerra, diede informazioni per l’attentato a Gentile, fu arrestata e stuprata dai tedeschi, partecipò alla liberazione di Firenze…. Il 3 giugno 1944 Teresa, insieme a un altro gappista di Firenze che vi perse la vita, fece saltare un treno di munizioni che i tedeschi avevano parcheggiato in un tunnel presso Pontassieve. In bicicletta riuscì a fuggire dopo l’attentato e si rifugiò all’Università dove Eugenio Garin, con cui stava preparando la tesi, era riunito con alcuni docenti; gli disse che era inseguita dai tedeschi e quando questi arrivarono, Garin finse che la ragazza stesse sostenendo l’esame di laurea e che da tempo fosse lì; e poiché con i professori presenti improvvisò una commissione di laurea, Teresa Mattei quel giorno si laureò davvero, in filosofia. L’apporto delle donne alla Resistenza è stato molto rilevante. Trentacinquemila furono le donne partigiane, mentre 70.000 fecero parte dei Gruppi di difesa della donna; 4.653 furono arrestate e torturate, 2.750 deportate in Germania, 2812 fucilate o impiccate, 1.070 caddero in combattimento, su un totale di oltre quarantamila partigiani uccisi…. Quanto alle donne, a resistere non furono solo le partigiane. Ha detto Teresa Mattei che “la fedeltà istintiva che hanno avuto tutte le donne, era la Resistenza”; e tutte furono partigiane “per aver diviso a metà una patata con chi aveva fame, aver svuotato gli armadi per vestire i disertori, aver rischiato la vita tenendo in soffitta profughi o ebrei. Era quella la vera Resistenza…“ Fu così che le donne si guadagnarono il suffragio universale, votarono nel 1946 per la Costituente, e divennero cittadine a pieno titolo. Teresa Mattei le rappresentò dal 1946 al 1948, per l’8 marzo si inventò la mimosa, che era un fiore povero e molto diffuso nelle campagne, si impegnò per la cultura nel popolo, ma non si ripresentò per le elezioni del 18 aprile del ‘48. La sua vita politica fu un segno di contraddizione; il primo scontro con Togliatti era stato perché non voleva votare l’art. 7 che dava riconoscimento costituzionale ai Patti Lateranensi…. Ma nel 48 il contrasto fu più aspro. Da Bruno Sanguinetti, con cui aveva lottato nella Resistenza, Teresa aspettava un figlio; ma il compagno era sposato, il divorzio non c’era, e perciò i due non si potevano unire in matrimonio. Per il Partito comunista, che era assai moralista, era uno scandalo che una deputata-simbolo, come era Teresa Mattei, diventasse una ragazza-madre…. Inutilmente Teresa disse che le ragazze madri non erano rappresentate in Parlamento, e così sarebbe stata lei a farlo; Togliatti non volle sentire ragioni, e pretendeva che Teresa abortisse. Ma anche allora, come aveva fatto tante volte, Teresa resistette, e il figlio lo ebbe; con il PCI i rapporti si guastarono….

www.infohandicap.org ANNO VI - NEWSLETTER N. 73- 27/10/11
“Il pericolo corre tra i banchi”
░ Riportiamo alcuni passi di un articolo -il tema è l’edilizia scolastica fatiscente e pericolosa (spesso senza certificazione e manutenzione), e particolarmente disagevole per gli alunni con disabilità - presente nel periodico on line Infohandicap, e prima apparso su www.superando.it. Prende spunto dal IX Rapporto "Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici", presentato recentemente da Cittadinanzattiva, una ricerca condotta su 88 scuole appartenenti a 13 Province di 12 Regioni: Piemonte, Lombardia, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna); in conclusione si avanzano richieste.
Se c'è un luogo in cui sarebbe meglio che i nostri figli non entrassero sono le aule. Malmesse, degradate e, negli anni, sempre più sovraffollate, le aule scolastiche sono da bocciare senza appello: i numerosi distacchi di intonaco (rilevati nel 18% delle classi), la presenza di altri segni di fatiscenza (30%), le finestre rotte (23%), l'assenza di tapparelle o persiane (56%), i pavimenti sconnessi (21%), banchi e sedie rotte (rispettivamente nel 13% e nel 18% dei casi), la presenza di barriere architettoniche (9%) sono tra i principali elementi di pericolo. Il 28% degli edifici scolastici, inoltre, è del tutto fuorilegge, perché privo delle certificazioni e dei requisiti di base previsti dalla Legge…. Partiamo dalle certificazioni: meno di una scuola su 2 fra quelle monitorate possiede il certificato di agibilità statica (41%). A rendere più grave la situazione è poi il fatto che… lo stato della manutenzione lasci piuttosto a desiderare. La percentuale è quasi la stessa se si parla di certificazione igienico-sanitaria, presente solo nel 40% dei casi. Il dato più grave è certamente quello relativo alla certificazione di prevenzione incendi: ne è provvista soltanto poco più di una scuola su 4 (28%). …. In ben 17 scuole sono state rilevate lesioni strutturali. … L'insicurezza delle scuole si ripercuote sugli alunni con disabilità… Nel 13% delle scuole esaminate da Cittadinanzattiva, esistono poi barriere architettoniche che rendono impossibile lo spostamento dei disabili in vari luoghi dell'edificio… Dati negativi sul tema delle palestre. Ben 31 scuole sulle 88 monitorate (il 35%) non dispone infatti di una propria palestra. Laddove poi siano presenti all'interno dell'edificio scolastico, le palestre rivelano condizioni di insicurezza e invivibilità: segni di fatiscenza (22%), mancanza della cassetta di pronto soccorso (sempre, nel 22% dei casi), distacchi di intonaco (17%), attrezzature danneggiate o altre fonti di pericolo (16%).
Che cosa chiediamo: L'Anagrafe dell'Edilizia Scolastica va resa nota subito. Infatti, senza una completa e aggiornata mappatura dello stato degli edifici scolastici italiani, è impossibile passare dall'emergenza a una vera programmazione degli interventi. Va poi rimessa mano a un regolamento attuativo del Decreto Legislativo n 81/08 che prenda in considerazione quegli aspetti della norma che non tengono conto delle peculiarità degli ambienti scolastici, non considerabili alla stessa stregua degli altri ambienti lavorativi…. E ancora, è quanto mai urgente definire l'effettiva entità dei finanziamenti necessari per l'edilizia scolastica e occorre dare organicità e stabilità nel tempo ai finanziamenti stessi, attraverso un piano quinquennale basato, anzitutto ma non esclusivamente, sui fondi ordinari. Innanzitutto vanno utilizzati quelli già disponibili (circa 420 milioni di euro dei Fondi FAS [Fondi per le Aree Sottoutilizzate] e circa 220 milioni di euro dei Fondi strutturali Europei). Chiediamo infine, in nome della autonomia scolastica, l'affido dei fondi e delle funzioni legati alla manutenzione ordinaria, direttamente alle scuole. E crediamo anche che l'apertura ai soggetti privati - senza una deriva verso la vecchia proposta del Governo di creare una "Scuola Spa" -, sia un terreno nuovo, sul quale occorre sperimentare, alla ricerca di soluzioni innovative.

ASASI - La Letterina n. 296 - 27 ottobre 2011
“Valutazione degli apprendimenti e autonomia”
░ Riportiamo alcuni passi da un articolo – che fa riferimento alla CM n. 94/2011 – a firma del Centro di didattica e innovazione scolastica centro per la formazione e l'aggiornamento DIESSE.
…. Il primo anno di applicazione della riforma delle superiori ha visto un po’ di tutto sulle modalità di valutazione degli apprendimenti e la loro presentazione nelle pagelle del primo quadrimestre. Nonostante le precisazioni in proposito contenute già nella nota n.3320 dello scorso anno, una certa interpretazione “estensiva” da parte delle scuole ha condotto in taluni casi alla deregulation generalizzata riguardo alle prove (scritte, orali, grafiche, pratiche) registrate negli scrutini intermedi, sia nelle classi sotto riforma che in quelle di vecchio ordinamento. Di qui la CM n. 94 emanata lo scorso 18 ottobre, con la quale il MIUR fa nuovamente il punto sulla questione e fornisce più precise indicazioni operative, sempre “nelle more” di una più completa revisione delle regole in materia di valutazione degli alunni. In apertura, la circolare premette che le meticolose indicazioni contenute nelle tre tabelle allegate riguardano tutte le discipline relative al primo biennio dei vari indirizzi di licei, istituti tecnici e istituti professionali. Per tutte le altre classi, non coinvolte nella riforma, parla in modo soft di “indicazioni” e di “applicabilità”, ma la sostanza è quella di una richiesta esplicita che “negli scrutini intermedi la valutazione si esprima attraverso l’attribuzione di uno o più voti a seconda che l’insegnamento preveda una o più prove (scritte, orali, pratiche o grafiche)”, secondo quanto stabilito dal “quadro di riferimento dei vecchi ordinamenti”. E tanto vale anche per le disposizioni contenute nelle tre tabelle di cui sopra, delle quali vengono correttamente indicate la modalità di individuazione della tipologia di prove selezionate e i riferimenti normativi alla base. Altrettanto correttamente, la circolare sottolinea che “le istituzioni scolastiche potranno individuare e adottare, nella loro autonomia e nell’ambito delle prove previste per ciascun insegnamento (scritte, orali, pratiche e grafiche), modalità e forme di verifica che ritengano funzionali all’accertamento dei risultati di apprendimento”, nel senso che “il voto potrà essere espressione di una sintesi valutativa frutto di diverse forme di verifica: scritte, strutturate e non strutturate, grafiche, multimediali, laboratoriali, orali, documentali, ecc.” in quanto “un’ampia varietà di forme di verifica concorre a valorizzare pienamente i diversi stili di apprendimento, le potenzialità e le diverse attitudini degli studenti”. Un modo garbato di ricordare che l’autonomia scolastica non può essere ridotta ad una forma esteriore, magari affetta da scarsa comprensibilità, ma deve puntare alla sostanza del proprio compito educativo e formativo. Da ultima, la raccomandazione alle scuole di “esplicitare, nei rispettivi piani dell’offerta formativa, le tipologie delle verifiche adottate”; un po’ di trasparenza non guasta….

ASASI - La Letterina n. 296 - 27 ottobre 2011
“Teorema Ichino”
░ Il prof.Ichino, senatore della Repubblica, è stato relatore alla recente assemblea dell’ASASI; riportiamo, da un articolo del d.s. Giuseppe Adernò, alcuni contenuti su cui il giuslavorista s’è soffermato.
… Il ruolo, la funzione e il compito del preside imprenditore, non è soltanto una fantastica intuizione degli economisti, ma è una realtà che l’autonomia ha sancito per legge, ed implica che il dirigente risponda
dei risultati conseguiti. Il modello scolastico inglese e svedese ha nel tempo costruito gli strumenti di valutazione del sistema, dei servizi, dell’efficienza delle prestazioni ed ha anche dato positivi risultati. Perché non adottarlo anche in Italia? Perché in tanti hanno paura a essere valutati e trovano tutte le scuse possibili per glissare l’impatto con la valutazione? Eppure anche senza volerlo, senza schede o questionari, le scuole sono valutate dal sistema ed i genitori, quando scelgono la scuola per i loro figli, hanno operato una valutazione anche se implicita…. Dai presupposti delle necessità del cambiamento, all’articolazione delle motivazioni e dei passaggi indirizzati alla valutazione del sistema, punto nodale dell’azione progettuale è la definizione chiara degli obiettivi. Essi devono essere, ha detto il prof. Ichino “obiettivi smart” sigla che connota la formulazione di interventi precisi, puntuali, realizzabili, misurabili, verificabili e definiti nel tempo e nella modalità applicativa. La proposta di una valutazione validata dovrebbe guidare tutto il sistema scolastico, costruendo dei modelli standard, capaci di ottenere credibilità e certezza di successo. Una rivalutata sapienza organizzativa impone la revisione del sistema scolastico e del settore del pubblico impiego, oggi fermo ad una palese discrezionalità che vede gente impegnata e dedita al lavoro e personale che svolge solo azione di presenza spesso infruttuosa. Il teorema Ichino è chiaro nella formulazione, ma occorre che ne sia investito l’intero sistema dai parlamentari, alla magistratura, dai dirigenti agli operatori dei diversi ministeri e settori lavoratori.

CORRIERE DELLA SERA – 2 novembre 2011
“Bocciati contro promossi, sfida tra aspiranti presidi”
░ Alcuni tra i candidati che non hanno superato la prova preselettiva denunziano di essere stati danneggiata da errori nel test, e annunziano ricorsi; la loro protesta mette in allarme gli idonei.
Per arrivare su quella poltrona ci vuole carattere, personalità, un certo temperamento. E da questo punto di vista, tutti gli aspiranti presidi italiani sembrano avere un curriculum perfetto…. Promossi e bocciati si danno battaglia con una serie di ricorsi, petizioni e controricorsi che mettono in bilico l’esito di un concorso atteso da anni e più volte rinviato. Più di 2mila candidati esclusi dopo i test del 12 ottobre hanno presentato un esposto al Tar del Lazio attraverso il sindacato Anief. Nel documento sostengono che tra le 100 domande scelte dal ministero dell’istruzione e sottoposte ai candidati, ce ne sono 38 con errori, imprecisioni o diverse interpretazioni possibili. E che il tempo a disposizione dei candidati, 100 minuti, non fosse indicato chiaramente nel bando. Secondo loro il concorso è da rifare, oppure tutti i candidati devono essere ammessi con riserva alla seconda prova. Non proprio un dettaglio…. Davvero difficile accettare di ripartire da capo. Anche per questo, dopo l’esercito degli esclusi, anche quello degli idonei si sta organizzando. E in attesa di un controricorso ha lanciato una petizione che ha raggiunto 720 adesioni…. Il Tar del Lazio si pronuncerà non prima del 24 novembre… saremo già a ridosso delle prove scritte che il Miur dovrebbe fissare per il 14 e 15 dicembre.

IL MATTINO (ed. Salerno)– 2 novembre 2011
“Il tribunale del lavoro dà ragione ai precari”
░ Il Miur dovrà pagare 15mila euro a due docenti precari che hanno mosso ricorso al Tribunale del lavoro della città, e dovrà riconoscere loro gli avanzamenti di carriera.
Ad esultare sono due insegnanti con una lunga carriera alle spalle di precariato A dare loro ragione è il giudice di Salerno, con la sentenza n.3651, che riconosce di fatto anche ai docenti precari il diritto agli aumenti di stipendio. Una sentenza che, allo stato attuale, potrebbe aprire un varco a molti altri insegnanti precari… Visti i risultati, non è escluso che possano andare a sentenza altre decine di ricorsi pendenti ancora dinanzi al giudice del lavoro….

 

 

Domani Arcoiris.tv– 3 novembre 2011
“Meno ore, meno insegnanti: questa scuola ipoteca il futuro dei cittadini di domani
░ Stridente contrasto tra le finalità educative dichiarate e la pratica effettiva nella Scuola, nell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione
(di articolo di Marina Boscaino).
Nelle Indicazioni per il Curricolo del 2007 si sottolinea la funzione della scuola di formare cittadini dell’Europa e del mondo, “unica comunità di destino europea e planetaria”.Credo davvero che la scuola debba occuparsi addirittura in primo luogo di questa tematica. Mi sembra però che la questione sia stata artatamente giocata tra curricolo esplicito e curricolo implicito; a quest’ultimo, di fatto, è stata affidata l’educazione ad una cittadinanza responsabile anche – ma non solo – come cultura delle regole e della responsabilità reciproca. …lo studio della Carta – pilastro imprescindibile per una solida formazione civica – ha trovato uno spazio sempre minore nella nostra scuola. Prendiamo la legge 169/08, che all’art. 1 ha introdotto il nuovo insegnamento chiamato Cittadinanza e Costituzione a partire dalla scuola dell’infanzia. Tale insegnamento dovrà afferire “alle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse”. Nel Documento di indirizzo per la Sperimentazione dell’Insegnamento di Cittadinanza e Costituzione il Miur sottolinea una serie di principi indiscutibili, che individuano negli articoli della Costituzione l’orizzonte della cittadinanza di ciascuno, validi anche per orientare i bimbi nell’adozione di comportamenti adatti alla convivenza civile e corretti sul piano etico….Tutto molto vero, tutto molto intenso, tutto molto suggestivo. … Ma torniamo all’articolo 1 della legge 169. Il monte-ore complessivo compreso per l’area storico-geografica- un’area estremamente complessa, come si potrà notare dalla scansione prevista dalle Indicazioni del 2077 – sono state diminuite di un’unità oraria settimanale nel biennio della scuola superiore nei nuovi curricola dettati della “riforma” Gelmini…. Agli studenti “regolari”, invece, si decurtano le ore, ma si declinano principi superiori. È questo il restyling suggestivo dell’opera di “razionalizzazione e semplificazione” che parte dell’art 64 della l. 133/08…..

Il Sole 24Ore – 4 novembre 2011
“Offerti oltre 12mila tirocini per diventare insegnanti
░ Il Miur definisce le ultime scelte, decurtando (saranno 12.778, a fronte della disponibilità di 32410 posti offerta dagli atenei) i posti per le lauree magistrali e per i corsi TFA. Gli specializzandi che, superata la prova selettiva d’accesso, saranno ammessi al TFA (lezioni teoriche e i sei mesi di tirocinio) dovranno pagare una retta.
…2493 posti saranno attivati per le lauree magistrali (percorsi biennali a numero programmato abilitanti alla scuola media, più un anno di tirocinio). Per i TFA invece, sempre per la scuola media, saranno a disposizione 4.626 posti, a seconda della classe di concorso), e 5659 per i tirocini abilitanti alle superiori. I dati arrivano direttamente dal Miur che ieri ha avuto una prima informativa con i sindacati. I TFA… partiranno a fine gennaio…. In particolare, sei mesi saranno dedicati al tirocinio pratico in classe (475 ore in totale), e altri due o tre mesi saranno invece utilizzati per le lezioni teoriche all’università…. La prossima settimana, il MIUR pubblicherà i decreti autorizzativi per permettere agli atenei di predisporre i bandi…. Per le superiori si farà riferimento al vigente ordinamento (35 classi di concorso), in attesa del riordino delle classi di concorso…