Recensioni dalla Stampa al 27 maggio 2011

 

CORRIERE DELLA SERA (Roma) – 20 maggio 2011

Maestri d’Inglese in via di estinzione”

In rischio è che insegnino Inglese, nelle scuole romane, quelli che ne hanno scarsa competenza.

Eliminati quasi totalmente, alla primaria, gli insegnanti “specialisti” d’Inglese … che nella provincia di Roma scendono da 445 a 98 posti…. A fare il punto sulla salute delle nostre scuole è l’Asal che raccoglie 376 istituti statali del Lazio… Per l’Inglese saremo costretti ad imporne l’insegnamento ad alcune maestre prive di competenze adeguate perché i corsi di aggiornamento non sono stati sufficienti..


 

AVVENIRE – 20 maggio 2011

Scurati. Addio al pedagogista rimasto maestro elementare”

L’improvvisa morte ieri, a 74 anni. Docente alla Cattolica, è stato punto di riferimento nelle Scienze dell’educazione, per i docenti e anche per il Miur.

Il pedagogista si è spento nella notte tra mercoledì e giovedì, all’ospedale Niguarda di Milano, dov’era ricoverato a seguito di un infarto. Nato nel capoluogo lombardo 74 anni fa, Cesare Scurati è stata una voce importante, preziosa per la scuola italiana, in cui lavorò come insegnante e poi dirigente scolastico. Una passione che lo portò a dedicarsi alla ricerca e all’insegnamento universitario. In questa fase della carriera insegnò negli atenei di Genova e Parma, prima di approdare alla Cattolica di Milano dov’è stato ordinario di Pedagogia generale e sociale e successivamente direttore del Centro di formazione permanente e a distanza…. Nella sua lunga carriera ci ha lasciato innumerevoli pubblicazioni di alto valore scientifico in campo didattico, ed è stato autorità indiscussa a livello nazionale riconosciuta da tutti i pedagogisti …. I temi di studio e di ricerca su cui si è concentrata gran parte della ricerca scientifica di Scurati erano quelli legati all’innovazione dei processi formativi…


 

GIORNALE DI SICILIA – 20 maggio 2011

Il Siciliano nelle scuole? Divisi i docenti dell’Isola”

Si attendono i decreti attuativi della legge varata all’Ars, con voto bipartisan..

Quali saranno le modalità con cui il siciliano, la storia e la letteratura dell’Isola entreranno nei programmi scolastici dei ragazzi, non è ancora chiaro. Di certo c’è che non dovranno pesare sui bilanci della Regione…. Non ci sarà alcun aumento di ore curricolari nelle scuole. Alla nuova disciplina sono destinati appositi moduli didattici nell’ambito del 20% della quota oraria affidata all’autonomia delle scuole. Un aspetto della vicenda che lascia perplessi molti capi d’istituto…


 

L’Unità – 21 maggio 2011

Scuola, Lombardia favorita. La Cgil chiede chiarezza. Lega contro le graduatorie”

La Cgil vuole vederci chiaro sulla disponibilità data alla Lombardia di più professori, a fronte dei tagli, lasciando penalizzare le altre regioni che hanno lo stesso deficit di organico

Vuole vederci chiaro la Flc Cgil sui posti in deroga concessi dal Miur ad alcune realtà come la Lombardia che, secondo i numeri usciti negli scorsi giorni, si sarà intascata 400 docenti in più che ripianano in parte i tagli… Il sindacato vuole conoscere i criteri in base ai quali tali decisioni sono state assunte. La Lega, intanto, continua a martellare contro le nuove graduatorie. “Ci sono insegnanti che dal Sud, sfruttando punteggi lievitati oltre misura, stanno tentando di inserirsi nelle graduatorie del Centro Nord. Ma in materia di graduatorie, il Tar del Lazio ha già dato atto del proprio difetto di giurisdizione: che cosa aspetta il Tribunale amministrativo a ritirare la nomina al Commissario ad acta cancellando questi inserimenti? Questa la domanda che il sen.Pittoni, capogruppo della Lega in VII Commissione del senato, pone al ministro dell’Istruzione…


 

Famiglia Cristiana – 22 maggio 2011

Scuola: servono quei test?”

Scuola in subbuglio per le prove Invalsi: parte degli insegnanti e degli utenti li disapprova, il Miur li sostiene. Le opinioni di Mastrocola e Rembaudo.

Non c’è dubbio che la parola valutazione in alcuni settori della scuola italiana fa venire ancora l’orticaria. Personalmente sono favorevole a valutare il livello dei nostri ragazzi, ma non in questo modo. – dice Paola Mastrocola, docente di lettere e autrice di saggi in tema di scuola – I test invalsi misurano una capacità minima perché alcune domande, come quelle relative alla comprensione del testo, sfiorano la banalità assoluta… A me non piace l’idea che la scuola diventi la scuola dei test, perché la nostra istruzione è molto più alta e la cultura è un’altra cosa…”…. “Tutti parlano della necessità di valutare, quando poi però si passa a fare qualcosa di concreto emergono timori, resistenze di vario tipo e persino inviti al boicottaggio…. Così non va vene – dice Giorgio Rembaudo, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi – Ci sono piccoli gruppi sindacali, come i Cobas, ad es., che cercano visibilità sfruttando la paura di insegnanti e studenti, alcuni dei quali ritengono che venga valutato il loro lavoro. Con i test Invalsi non sono in gioco solo i docenti ma la qualità complessiva della nostra scuola…”.


 

www.repubblica.it – 22 maggio 2011

L'ascensore sociale va solo in discesa L'Italia si sente sempre più povera

Riportiamo alcuni passi d i un articolo, a firma Ilvo Diamanti, che fa riferimento al Sondaggio Demos-Coop. In sostanza: il ceto medio diventa minoranza, commercianti e artigiani sono lentamente scivolati verso il basso, e il 44% dei professionisti si dichiara precario.

C'è insoddisfazione in Italia. Un'insoddisfazione sorda ma non più muta. Trapela da mille segnali, piccoli e grandi. Le proteste sociali che si susseguono, da mesi. … L'abbiamo riconosciuta, da ultimo, nel voto amministrativo…. Vi si colgono tanti motivi, di natura diversa. Uno, però, risulta evidente. L'ascensore sociale è in discesa, da troppo tempo. Per usare un ossimoro. I dati dell'Osservatorio di Demos-Coop, al proposito, sono espliciti. Anzitutto, la classe sociale (percepita dagli italiani). Per la prima volta, da quando conduciamo i sondaggi dell'Osservatorio, la piramide si rovescia completamente. Senza "mediazioni". Infatti, le persone che si collocano nella "classe operaia" oppure fra i "ceti popolari" superano, per estensione, quelle che si sentono "ceto medio"… si sta scivolando verso una sorta di "operaizzazione". Singolare destino, visto che da tempo si predica l'estinzione della classe operaia. Tuttavia, l'indicazione del sondaggio è esplicita. Il 48% del campione nazionale dice di sentirsi "classe operaia" (39%) oppure "popolare" (9%). Il 43%: "ceto medio". Il 6%, infine, si definisce "borghesia" o "classe dirigente". È l'unico settore sociale stabile…. Invece, il peso del "ceto medio" è sceso di 5 punti negli ultimi tre anni e di 10 negli ultimi cinque. Simmetricamente, l'ampiezza di coloro che si sentono "classe operaia" oppure "popolare" è cresciuta di 3 punti negli ultimi tre anni e di 9 negli ultimi 5. Prima causa: lo slittamento dei lavoratori autonomi (artigiani e commercianti). Metà di essi oggi si posiziona nei ceti popolari. Lo stesso avviene per circa un terzo di impiegati e tecnici. …. Una quota ampia di lavoratori autonomi (20%) ma soprattutto di liberi professionisti (44%) oggi definisce la propria condizione di lavoro "precaria". D'altra parte, basta considerare il lavoro realmente svolto nell'ultimo anno dagli intervistati. Una componente ampia di essi (il 17% sul totale) dichiara di aver lavorato in modo temporaneo, per una parte più o meno ampia dell'anno. Si tratta dei giovani, soprattutto. E degli studenti (28%). Una generazione precaria, si è detto. È, effettivamente, così. Una generazione senza futuro. Il 63% del campione ritiene, infatti, che i giovani avranno un futuro peggiore di quello dei genitori. E il 56% ritiene che i giovani, per avere speranza di carriera, se ne debbano andare via. All'estero. Ne sono convinti, per primi, gli interessati: il 76% di coloro che hanno meno di 25 anni. Tuttavia, la precarietà è un sentimento diffuso. Che attraversa tutti i settori sociali. L'insoddisfazione verso la situazione economica e del mercato del lavoro, infatti, oltre che fra i disoccupati, raggiunge il massimo livello tra i liberi professionisti e i lavoratori autonomi. Ed è alta anche fra i tecnici e gli impiegati. Dal punto di vista della classe sociale: inquieta soprattutto coloro che si sentono "borghesia" oppure "classe dirigente". Non è poi così sorprendente. Il fatto è che non ci sono abituati. Per cui temono di perdere i privilegi di cui dispongono.
Il processo di operaizzazione e di discesa sociale sta producendo - ha già prodotto - effetti politici evidenti.


 

www.repubblica.it – 22 maggio 2011

Censis, lavoro manuale per un giovane su tre”

In Italia la media dei quindici-ventiquattrenni occupati come artigiani e operai è superiore a quella europea. E il nostro paese ha il record negativo degli under 35 con incarichi dirigenziali. Cresce invece il ruolo imprenditoriale dei minori di 29 anni.

Tornano a fare gli operai e gli artigiani i ragazzi italiani. In nessuno dei grandi paesi europei i giovani svolgono così spesso lavori manuali. Il 42,5% dei lavoratori tra 15 e 24 anni e il 36% di quelli tra 25 e 34 fa un'attività artigianale, operaia o non qualificata. Più di quattro punti sopra la media dell'Unione Europea, secondo l'Indagine conoscitiva del mercato del lavoro del Censis. Le professioni non qualificate sono le uniche a crescere dal 2007 al 2010, mentre la crisi si fa sentire sempre più forte salendo lungo la scala gerarchica. Diminuiscono del 25,8% i giovani occupati come operai, del 19,2% le professioni tecniche ("che pure sono le più richieste dal mercato", osserva il Censis), addirittura del 34,9% i funzionari e i professionisti…. E' frequente l'accusa ai ragazzi di rifiutare il lavoro manuale, ma "l'Italia è il primo dei grandi paesi europei per presenza giovanile nell'industria, e in particolare nel manifatturiero - scrive il Censis - e il settore assorbe complessivamente il 31,6% degli occupati di età compresa tra 15 e 24 anni e il 30,8% di quelli tra 25 e 39 anni". Al contrario, sono molti meno che nei paesi vicini i giovani lavoratori dei servizi, e in quest'ambito si concentra il maggior peso della precarietà. Il terziario dà lavoro infatti a poco più del 65% dei ragazzi, ma è all'origine del 73% dei contratti atipici. …. Se c'è un ambito nel quale i ragazzi italiani sono i primi della classe in Europa è quello dell'imprenditorialità e della libera professione. Il tasso di lavoratori autonomi tra i 25 e 34 anni è più del doppio che in Francia, Germania o nel Regno Unito, il 22,5%.


 

CORRIERE DELLA SERA (Roma) – 23 maggio 2011

Competizione e solidarietà, il difficile equilibrio”

Gli italiani sono stanchi dei toni truci della lotta politica: una riflessione di Francesco Alberoni.

La società è formata tanto dalla competizione che dalla solidarietà: La prima modifica e innova, la seconda stabilizza. E ciascuna ha delle regole. La solidarietà chiede alla gente di dire la verità, di rispettarsi, di aiutarsi, di essere leali. La competizione le consente, invece, anche di mentire, ingannare, creare tranelli….. Il politico, per vincere, cercherà di dimostrare che il suo competitore è inadeguato e incapace. Però la competizione può esistere solo perché la società, nel suo complesso, è retta dalle regole della solidarietà….. Vi sono invece dei periodi in cui la competizione cresce, deborda e sembra quasi travolgere il ruolo della solidarietà. Per esempio nella guerra civile….. La mia impressione è che gli italiani oggi si siano stancati degli eccessi della competizione politica…. Vogliono cose concrete, sviluppo, occupazione, lavoro, servizi efficienti, città pulite. E si diffonde il bisogno di solidarietà, cioè ordine, serietà, onestà, correttezza….


 

Il Sole 24Ore – 23 maggio 2011

Dall’apprendistato, scossa ai criteri di reclutamento”

La materia apprendistato è ancora un cantiere aperto: andranno individuati i momenti di selezione e bisognerà definire la disciplina della formazione.

Lo schema di decreto legislativo emanato in attuazione della delega contenuta nel Collegato Lavoro, in materia di apprendistato contiene importanti novità in termini di semplificazione per il settore privato e, al contempo, l’estensione dell’applicazione anche al settore pubblico. L’applicabilità dell’apprendistato costituisce una grande opportunità per migliorare il sistema di reclutamento delle P.A…. potrà anche consentire di abbassare l’età media di ingresso nella P.A….. Sarà importante rilanciare l’attenzione sulla qualità delle dotazioni organiche e dei documenti di programmazione dei fabbisogni, sul ridisegno dei profili, sulla revisione delle declaratorie delle mansioni che non tengono conto delle nuove tecnologie e dei processi di esternalizzazione e internalizzazione…. Naturalmente l’apprendistato pone una serie di problematiche da sciogliere…. Si pensi alla ripartizione della materia, tra legge e contratto… Il regolamento dovrà individuare i momenti di selezione e la procedura di evidenza pubblica specifica, nonché la possibile sanzione in caso di recesso…


 

CORRIERE DELLA SERA – 24 maggio 2011

La corsa al classico, vecchi pregiudizi sul ruolo sociale”

Un intervento di Giuseppe Bertagna, pedagogista, docente all’Università di Bergamo e consulente del Ministro Gelmini: resiste nelle famiglie l’aspirazione a tenere un certo status sociale attraverso la formazione scolastica classica dei figli; ma non sempre per essi è una formazione congeniale, e questo fatto incrementa l’abbandono scolastico.

D. Tutti vogliono andare al liceo. E questo perché si pensa che al liceo vanno gli “ottimo”; i “buono” vanno al tecnico, i “sufficiente” al professionale, chi sta sotto il sei fa i corsi di formazione e chi è incapace di intendere e di volere va a lavorare…. E’ così, professore?

R. No, e la risposta sta proprio nell’alto tasso di abbandono dei nostri studenti e nella delusione per la scuola scelta…. Bisogna superare il vecchio pregiudizio che chi lavora non è riuscito a studiare e chi studia non deve lavorare. Licei tecnici e professionali devono avere la stessa dignità… E’ da 60 anni che si cerca di restituire dignità ai tecnici e ai professionali … Qualcosa è stato fatto, ad esempio con le nuove regole sull’apprendistato. Ma bisogna rinsaldare quei rapporti fon le aziende, le cooperative, i sindacati, i Comuni che un tempo erano la forza sia dei tecnici che dei professionali…


 

Il Sole 24Ore – 24 maggio 2011

Premi ai docenti: attuazione a metà”

Ai professori meritevoli è destinato il 75% delle cattedre ma il sistema di valutazione è ancora da definire.

La riforma del pubblico impiego scritta nella legge Brunetta del 2009, nella sua versione scolastica si traduce in una lunga catena attuativa.

Il D.lgs. 150/2009 che aveva tradotto in pratica i principi della legge delega 5/2009 prevedeva un decreto specifico sulla scuola, che è stato pubblicato sulla G.U. di venerdì scorso (la n.116 del 20 maggio). La costruzione del “sistema di misurazione e valutazione del personale”, però, è ancora di là da venire…. Nel caso della scuola, il decreto fissa l’impalcatura della valutazione prevedendo che le pagelle agli insegnanti saranno il frutto di una procedura in 5 tappe: definizione e assegnazione degli obiettivi, armonizzazione di questi al contesto di riferimento, monitoraggio in corso d’esercizio, valutazione dei risultati individuali, premiazione. Il tutto dovrà essere pubblicato sul sito della scuola, dove andranno indicate anche le risorse per gli incentivi…..


 

ITALIAOGGI – 24 maggio 2011

Ecco il bonus fedeltà per i precari che non cambiano provincia”

Alessandra Ricciardi dà notizia di un emendamento (presentato dalla Lega Nord dall’on.Pittoni, capogruppo in VII Commissione del Senato) al decreto legge Sviluppo (che dovrà essere approvato entro il 12 luglio).

Mario Pittoni, responsabile scuola della Lega al senato, ha buttato giù uno schema emendativo, da presentare alla Camera, che interviene sui punteggi per le graduatorie in corso di aggiornamento. La proposta prevede per il docente che non chiede il trasferimento in graduatorie di altra provincia, oppure la revochi, un bonus sostanzioso: 40 punti. Una sorta di premio fedeltà su cui si sono scatenate le polemiche dei tanti gruppi di precari che si sono battuti per l’inserimento a pettine nelle graduatorie di altre province. E ora vogliono utilizzare da subito l’aggiornamento per agguantare una sede con maggiori chance di assunzione. L’accusa principale rivolta al progetto Pittoni: il vincolo di permanenza è incostituzionale.


 

ITALIAOGGI – 24 maggio 2011

Sui precari il governo ci ripensa”

E’ stato decisivo l’intervento del presidente Napolitano che orienta il governo al rispetto della normativa UE: sarà ricostruita la carriera dei precari, in ciò riconoscendo loro pari diritti con il personale di ruolo.

Contenzioso seriale sulla stabilizzazione dei precari: il governo fa dietro front sulla ricostruzione della carriera. La norma del decreto sviluppo che avrebbe impedito ai giudici di disporre gli aumenti di anzianità ai docenti precari è stata cancellata… Ma resta ferma la preclusione dell’applicabilità alla scuola del d.lgs. 368/2001. E cioè del provvedimento sul quale i giudici di merito hanno formato le sentenze di condanna dell’amministrazione per la reiterazione illegittima dei contratti di supplenza. E’ quanto si evince dal confronto tra il testo del decreto legge 70/2011 approvato dal governo, e quello effettivamente pubblicato nella G.U. n.110 del 13 maggio scorso….


 


 

www.repubblica.it – 24 maggio 2011

Disorientati negli atenei e precari, i ragazzi un anno dopo la maturità”

Uno studio di Federico Pace dà notizia (un’anticipazione) dei risultati del rapporto di AlmaLaurea su un campione di giovani, circa 20 mila, che si sono diplomati nel 2009 e nel 2007.

C'è soprattutto l'università e un po' di lavoro, nei giorni dei giovani che hanno superato da un anno la maturità. Ci sono le lezioni, il caos delle aule e le nuove amicizie. Ma anche gli ordini del capo, le mansioni quotidiane e la paga a fine mese. I primi passi negli atenei e nelle imprese produttive. Eppure un sesto di loro sono fuori da tutto questo. Qualcuno, così presto, sta facendo i conti con il muro altissimo della disoccupazione e altri non hanno non neppure quello. Né un po' di studio, né un impiego. Né la voglia di cercarlo più. …. A un anno dal diploma, sei su dieci si sono iscritti a un ateneo. Ma non tutti seguono, o possono seguire, i corsi alla stessa maniera. Tre quarti di loro sono così studenti a tempo pieno mentre gli altri cercano di tenere insieme studio e lavoro. Poi c'è chi lavora e basta…. Sono in tutto il 23,6 per cento. E poi, ci sono i ragazzi più in difficoltà. L'undici per cento della generazione uscita dalla maturità nel 2009 cerca un impiego ma non lo trova…. sono diverse le proporzioni di quelli che a un anno dal diploma hanno già un impiego: il 53 per cento dei giovani usciti dagli istituti professionali, il 28 per cento dai tecnici e solo il 4 per cento dei liceali. Allo stesso tempo, i ragazzi degli istituti professionali sono quelli che più di altri stanno soffrendo la disoccupazione o lo "scoraggiamento": il 25,6 per cento di loro sono in questa condizione. Tanti sono anche i ragazzi dei tecnici senza un impiego o che non lo cercano (il 19,7 per cento)… Ma come stanno andando all'università i giovani che l'hanno scelta?... Il primo anno non sembra affatto semplice… Nel primo anno, in media, ciascuno è riuscito mettere insieme 38 crediti formativi. Per essere nei tempi, se ne dovrebbero maturare 60. Qualche preoccupazione anche per gli abbandoni e i "cambi". Già alla fine del primo anno, quasi uno su sei ha deciso di abbondare l'università o ha cambiato corso o ateneo.… quasi un quarto dei diplomati del 2009 iscritti all'università si è iscritto a un corso di laurea nell'area umanistica. Il 22 per cento ha puntato sull'area economico-sociale mentre quasi il 16 per cento ha preferito una laurea in ingegneria o architettura. … E come se la passano quelli che sono riusciti a mettere già un piede in un'impresa? Un terzo di loro ha un contratto di apprendistato. Un altro 40 per cento ha accettato una delle infinite forme previste dai contratti atipici mentre solo il 23 per cento è riuscito a strappare un posto a tempo indeterminato. Ad ogni modo, al di là della tipologia contrattuale, la media della loro paga, in termini netti, è di 970 euro al mese.


 

LA SICILIA – 25 maggio 2011

E dopo la Maturità, ecco il super diploma”

Operativi da settembre 58 istituti tecnici superiori; li ha presentati ieri il ministro Gelmini, nel corso del convegno :”Riscoprire il valore dell’istruzione tecnica per lo sviluppo del Paese”. Gli ITS durano 4 semestri (meno di 2000 ore) e offrono didattica laboratoriale, tirocini obbligatori (anche all’estero) per almeno il 30% del monte ore, e prevedono che i corsisti acquisiscano competenza della lingua inglese al livello B2 della certificazione UE.

Messo in tasca il diploma delle superiori, gli studenti italiani, dal prossimo a.s., avranno un’opportunità in più per il proprio futuro. Da settembre, infatti, a 37 anni dal primo tentativo di introdurli, saranno operativi 58 istituti tecnici superiori distribuiti dal Nord al Sud della penisola. Non sono un sesto settimo anno della scuola superiore ma “scuola speciali di tecnologia”, in alcuni settori strategici che vanno dell’efficienza energetica al Made in Italy. … Il ministro Gemini, ricordando che in Italia c’è una disoccupazione giovanile intorno al 28%, una dispersione scolastica del 17%, due milioni di ragazzi “né…né” (né lavoro né scuola) e un deficit annuo di tecnici intermedi di circa 110mila unità, il ministro ha evidenziato la necessità di avvicinare il mondo della scuola a quello dell’impresa…. A questo proposito il ministro ha ricordato che sono stati stanziati 5mln di euro per percorsi di apprendistato utili all’assolvimento dell’obbligo scolastico….


 

www.repubblica.it – 25 maggio 2011

Oltre la metà dei pensionati non arriva a 500 euro al mese”

Presentati alla Camera, dal presidente dell’Inps, il rapporto annuale di gestione; boom degli assegni di anzianità: +73%.

Oltre la metà delle pensioni erogate dall'Inps, precisamente il 50,8%, non arriva a 500 euro al mese. E' quanto emerge dal Rapporto annuale dell'istituto. La quota sale al 79% se si considera la soglia dei 1.000 euro lordi mensili. L'11,1% presenta importi compresi tra i 1.000 e i 1.500 euro mensili e il 9,9% superiori ai 1.500 euro. …. Sempre secondo il rapporto la spesa pensionistica nel 2010 è aumentata del 2,3 per cento con un imponente aumento del 73% delle pensioni di anzianità. In tutto sono stati liquidati infatti 174.729 trattamenti a fronte dei 100.880 registrati nel 2009.In crescita stando al rapporto Inps anche gli assegni di invalidità civile (+2,9% rispetto al2009) che ammontano oggi a 2.713.282 (nel 2009 erano 2.638.042). Complessivamente la spesa "in termini di pensioni, assegni e indennità" è stata "pari a 16,570 miliardi di euro" lo 0,7% in più dell'anno precedente.

 

Corriere della sera – 26 maggio 2011

Test Invalsi finanziati dai privati. L’idea delle fondazioni bancarie

L’Invalsi ha scarsi finanziamenti, comunque inadeguati all’importante compito che ha (serve un’integrazione di 10 milioni di euro l’anno).

Le fondazioni bancarie in soccorso della Scuola… ed in particolare a sostegno dell’Invalsi… l’Istituto è a corto di soldi, ed ha un organico simbolico: 70 persone di cui 50 precari….. E sta vivendo un difficile momento di transizione dopo l’addio del presidente Piero Cipollone, diventato direttore esecutivo della Banca mondiale. Da qui la proposta che viene da Torino… Parlare di privati nella scuola è sempre un tema politicamente sensibile…. Quanti soldi servirebbero ? … Se oggi i fondi pubblici a disposizione dell’Invalsi arrivano a 10 milioni di euro l’anno, ne servirebbero altri dieci per garantire un buon livello…