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Il Messaggero: Concorsone, donna e 35enne ecco l’identikit del vincitore

La rivincita della precaria. È donna, con più di 35 anni e soprattutto già iscritta in una graduatoria a esaurimento e quindi, appunto, precaria. Questo l’identikit-tipo dei nuovi prof che, da quest’anno, salgono in cattedra dopo aver vinto il cosiddetto «concorsone» (oltre 326mila domande) voluto da Francesco Profumo. Un concorso che almeno nelle intenzioni dell’allora ministro avrebbe dovuto svecchiare la scuola italiana.

Così non sarà, stando ai dati diffusi dal ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca (il Miur) che ha voluto divulgare una «Operazione trasparenza» sul concorso bandito a settembre dell’anno scorso. Una selezione durissima per arrivare a conquistare uno degli 11.542 posti in palio. Dell’esercito dei candidati, a superare le prove preselettive sono stati nemmeno 95mila aspiranti (94.814). Poi rimasti in 22.607 dopo gli scritti. Di questi, ad oggi, i vincitori sono 8.303, dei quali 3.255 sono stati nominati in ruolo il primo settembre (mentre gli altri dovranno avere la nomina nei prossimi due anni). Solo poco più di ottomila nuovi prof, perché in alcune regioni come la Toscana, il Lazio, la Sicilia, la Calabria e il Veneto, le commissioni sono ancora al lavoro.

Le donne sono in netta prevalenza sui maschi: l’80,9% (6.721) dei nuovi insegnanti. E una su due non è giovanissima visto che supera i 35 anni (il 51%), mentre nemmeno uno su 10 ha meno di 30 anni. Ma i dati statistici confermano che degli 8.303 vincitori ben 5.733 (il 69%) risulta essere iscritto in una graduatoria a esaurimento (le Gae). In realtà i precari hanno dominato la scena sempre, dalle preselezioni.

LA POLEMICA

Il concorso a cattedra? Un «autogol del Miur», commenta l’Anief, il sindacato guidato da Marcello Pacifico. Una «situazione paradossale – aggiunge - Con la preclusione a tutti i laureati negli ultimi 10 anni, il Miur ha creato i presupposti per aggravare, anziché alleggerire, l'età media dei docenti italiani». E sui precari il presidente commenta: «Due assunzioni su tre sono state effettuate su supplenti storici che avrebbero dovuto essere stabilizzati sulla base della direttiva europea».L’età media del corpo docente è uno dei problemi che affliggono la scuola italiana, secondo un report curato dalla Uil e diffuso ieri. La causa di un’età media così elevata è da rintracciare nelle procedure di selezione dei nuovi insegnanti che sono ferme da anni e i tanti precari a cui «scompostamente si è cercato di far fronte con provvedimenti legislativi di immissione tutt’altro che lineari», sostiene Lello Macro, coordinatore dell’ufficio studi e ricerche Uil scuola. Macro punta il dito contro «una ondivaga e assurdamente arzigogolata politica delle abilitazioni all’esercizio della professione docente». Sull’ingresso alla professione, sempre l’Anief ha annunciato di voler ricorrere al Tar dopo che il Miur ha stabilito, che da ora in poi per accedere alle graduatorie per l’insegnamento sarà necessario avere l’abilitazione. «L’operazione ministeriale nel corso degli anni lascerà fuori dalle graduatorie scolastiche centinaia di migliaia di neo laureati», è la denuncia di Pacifico. Che aggiunge: «D’ora in poi anche per fare le supplenze brevi sarà indispensabile l’abilitazione all’insegnamento».

Fonte: Il Messaggero