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Agenparl: precariato, Anief: il Miur getta la maschera e smentisce la Cassazione

"I giudici della Corte di Cassazione, infatti, avevano giustificato la deroga alla normativa comunitaria (direttiva 1999/70/CE), introdotta dal legislatore nel solo comparto della scuola, sulla base del presupposto che il personale precario aveva maturato il diritto a una futura immissione in virtù della mera permanenza nelle graduatorie ad esaurimento e del servizio continuo che ne accresceva il punteggio in vista dell'assunzione". E' quanto si legge in una nota dell'Anief, Associazione, costituita da docenti e ricercatori in formazione, precari, in servizio, e di ruolo.

"Presupposto che Anief aveva subito smentito tanto da dare mandato al proprio ufficio legale di predisporre modelli di denuncia da inviare alla Commissione UE per aprire una nuova procedura d'infrazione a carico dello Stato italiano. Ecco che ora il Miur getta la maschera e, vestito dei poteri del datore di lavoro privato, tenta la strada di non chiamare più il lavoratore che lo aveva denunciato per abuso dei contratti a termine. È evidente come tale tentativo sia del tutto illegittimo poiché quel lavoratore è inserito in una graduatoria da cui si deve attingere esclusivamente sulla base del punteggio, tanto per stipula dei contratti a tempo indeterminato che per quelli a tempo determinato.

Allo stesso tempo, il Miur ha l’esigenza di evitare di incorrere in una nuova condanna per abuso nella reiterazione di contratti TD, che questa volta avrebbe anche risvolti penali.   - continua la nota - Questo è il dramma a cui ora i dirigenti dell'amministrazione periferica devono rispondere: pur consapevoli, però, di come qualsiasi cosa decideranno di fare – se le alternative dovessero rimanere quelle sopra indicate – non potrà che essere sbagliata, visto che l'unica cosa corretta sarebbe stabilizzare i precari con 36 mesi o più di servizio pregresso. Quando la giurisprudenza scoprirà la farsa, allora potremo rivendicare il merito di avere sconfitto la piaga del precariato che da decenni affligge la nostra scuola, unico caso in Europa. Nell'attesa, ovviamente, i docenti precari non possono essere comunque cancellati da graduatorie previste per legge. La soluzione escogitata in Lombardia, infatti, equivarrebbe ad un’espulsione di fatto dal sistema scuola dei docenti con oltre 36 mesi servizio. Pertanto, laddove saremo contattati, ci attiveremo con precise diffide (come abbiamo già fatto a Mantova) e con ricorsi urgenti al giudice del lavoro per reintegrare il docente nelle proprie posizioni".

Fonte: AgenParl