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Tecnica della Scuola: l’UE torna a bacchettare l’Italia, maglia nera per troppi docenti con più di 50 anni

Il Rapporto 2012 sul settore dell'istruzione riporta che sono il 57,8%, quindi più di 450.00 su 778.000. E solo lo 0,5% ha meno di 30 anni: in Spagna sono il 6,8%. La Commissione parla di “grave carenza” per il futuro. Amara l’Anief: l’Europa ci chiede di garantire il turn over ma il Senato pensa di bloccare i nuovi abilitati.

Ora anche l’Unione Europea si accorge che l’Italia è un Paese con troppi insegnanti over 50enni: si tratta del 57,8% dei 778.000 insegnanti complessivi, quindi oltre 450.000. Il dato, contenuto nel Rapporto 2012 sul settore dell'istruzione, è stato definito dalla Commissione preoccupante perché il futuro della scuola italiana si prospetta con una "grave carenza" di docenti. E il loro numero continua a "scendere nel momento in cui quelli esistenti si avvicinano alla pensione".

Solo un altro Paese della Ue a 27 (la Germania, dove è stato riscontrato il 50,7% di docenti over 50enni) supera la soglia del 50% di professionisti che operano da dietro la cattedra.

Non va meglio se si guarda agli insegnanti giovanissimi, quello che hanno meno di 30 anni: con appena lo 0,5% l'Italia detiene il dato peggiore. In Germania la presenza di docenti under 30 si colloca al 3,6%, in Bulgaria al 5,5%, in Austria e Islanda al 6%, in Spagna al 6,8%.

Tra i primi a commentare le rilevazioni pubblicate dalla Commissione Ue è stato Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, secondo cui è paradossale che “mentre il Senato si appresta a votare quell’emendamento soppressivo (14.10 Pittoni o 14.100 Mercatali) del comma 2-ter, art. 14 del Mille-proroghe che avrebbe consentito ai giovani laureati l’inserimento nelle graduatorie, l’Europa ci chiede di garantire il turn over tra i docenti ultracinquantenni e i giovani laureati abilitati. Ci si interroga –continua il leader dell’Anief - perché non abbiamo giovani laureati disposti ad insegnare, ma, in realtà, ci si dovrebbe interrogare perché vogliamo lasciare fuori dalle graduatorie, ad invecchiare, giovani laureati selezionati per insegnare. Stranezze di un Paese dove si vorrebbe fare entrare di ruolo nella pubblica amministrazione iure ‘soli seu aetatis’, per volontà del senatore di turno che trama per il suo ideale politico e non agisce per gli interessi del Paese”.

Pacifico coglie l’occasione per ricordare che le preoccupazioni dell’Ue sulla carenza di insegnanti italiani sono coincise con la presentazione da parte del presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni, del progetto di legge che punta ad assumere i docenti attraverso concorsi locali.

Con una cera ironia, il rappresentante dell’Anief sostiene che “tanto avremo nella scuola il tanto sospirato nuovo sistema di reclutamento lombardo con la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici dei padani-doc, seppur adottati tra i terroni. Altro che concorsi trasparenti: basterà esibire il certificato di residenza o di nascita, e perché no, la tessera elettorale (più diretta). Viva l’Italia”.

Fonte: Tecnica della Scuola