La stampa scrive

Orizzonte Scuola - Pacifico (ANIEF) promette: “50mila ricorsi per chiamata docenti e class action per assumere ATA”. Su valutazione “mai visto figli giudicare genitori”

L'Anief affila le armi non senza qualche rammarico. Il sindacato presieduto da Marcello Pacifico incassa la delusione per il disegno di legge sulla Buona scuola che sta per diventare legge dello Stato.

E invita il popolo sterminato dei docenti a fare ricorso alla magistratura contro norme nuove e vecchie che hanno danneggiato e danneggeranno in maniera esponenziale fin dai prossimi mesi buona parte degli insegnanti. Buona parte, perché ad essere più colpiti sono da un lato coloro che non rientreranno nel piano di assunzioni e dall'altro coloro che se pure saranno assunti potrebbero rimanere a vita con uno stipendio da fame se avessero meno di 12 o 13 anni di preruolo, grazie al combinato disposto di leggi (quale la Legge Brunetta) che si vanno incrociando e ciò al netto delle vicissitudini cui andranno incontro centinaia di migliaia di insegnanti o perché costretti alla mobilità forzata e alla immobilizzazione successiva o perché destinati a cadere dentro la babele degli Albi o ancora perché sottoposti al potere discrezionale del preside quanto all'assunzione e all'onta della propria valutazione affidata (anche) ad alunni quattordicenni: "Non s'è mai visto – commenta il leader dell'Anief, Marcello Pacifico – che un figlio giudichi un padre sulla capacità di essere genitore".

Eppure...

"Eppure stiamo parlando di una riforma incostituzionale".

Così si sostiene da più parti, professor Pacifico.

"E' una legge incostituzionale per quanto riguarda il reclutamento. La chiamata diretta già sperimentata dalla Regione Lombardia è stata dichiarata incostituzionale".

Sembra si tratti di cose un po' diverse.

"Guardi, il problema non si supera con la considerazione che i docenti in questo caso sono assunti dallo Stato e non dal dirigente. L'assunzione si perfeziona solo quando c'è la chiamata del dirigente, quindi permangono davvero tutti i dubbi di costituzionalità. Pertanto chiederemo ai 50.000 insegnanti che avranno la nomina giuridica di ricorrere nei Tribunali per poter contestare la futura selezione del dirigente scolastico. Peraltro, ci sono diverse sentenze del Consiglio di Stato che si riferiscono a vari uffici pubblici che sottolinano come i dipendenti debbano essere assunti con imparzialità e ragionevolezza. Qui e si violano tutti questi principi".

Molti docenti non potranno neppure lamentarsi di questo perché non sono stati inseriti nel piano.

"Ci sono colleghi che hanno abilitazioni che hanno lo stesso valore di altre che riteniamo avessero il diritto di stare nelle graduatorie a esaurimento. Li invitiamo a ricorrere: se hanno lavorato oltre 36 mesi, da oggi la cosa sicura è che, se non anche la stabilizzazione, possono – almeno almeno – ottenere dai 20 ai 30 mila euro di risarcimento. Anche perché la nuova legge prevede un fondo per i precari che contestano la reiterazione dopo i 36 mesi da oggi in poi almeno la stabilizzazione".

Ma il fondo è di pochi milioni.

"Intanto hanno dovuto creare un fondo. Se avessero trovato un modo per stabilizzare i precari, il problema non ci sarebbe. Invece, lasciando tante persone fuori dalle assunzioni, esse si rivolgeranno ai Tribunali. Contestualmente sono tante le categorie che restano fuori. Anche in presenza di un turn over nell'infanzia non s'è voluto procedere con le assunzioni. Ho poi preso atto che l'organico di sostegno non raggiunge 120.00 unità. Si prevedono altri seimila posti ma tutto questo non equivale a 30.000 che è il fabbisogno certificato. Anche in questo caso non s'è voluto procedere. Invitiamo i colleghi a chiedere nei primi collegi il numero esatto di insegnanti che servono nei singoli istituti. Ci dovrà essere una presa in carico dei collegi".

Ci saranno i concorsi.

"Non ci piace questo nuovo sistema. I concorsi sono riservati ai soli abilitati. Ed emerge una grande incongruenza, dato che secondo il Ddl il dirigente può usare nell'organico potenziato docenti che non hanno abilitazione specifica per la materia che sono chiamati a insegnare. Ricorreremo per garantire il diritto di tutti di partecipare ai concorsi. Ma poi c'è la beffa: chi vincerà il concorso finirà negli albi regionali e quindi sarà di nuovo selezionato dal preside. Quindi, anche dopo che si vince il concorso si è ancora in balia del preside di turno. Paradossalmente questo è l'ultimo concorso perché la delega prevede un nuovo percorso con incarichi triennali che sostituiranno i concorsi. Si parla di concorsi su posti a tempo determinato per tirocinante dopo il primo anno di abilitazione, poi le supplenze, poi la valutazione finale che se risulta positiva porta alla stabilizzazione in quella scuola. Ma per l'abilitazione potranno iscriversi tutti coloro che vogliono ottenere l'abilitazione. Ma non serve a nulla perché ciò va in controsenso con la chiamata diretta".

Poi c'è la mobilità straordinaria...

"Chi farà domanda di mobiltà andrà in organico funzionale e perderà la titolarità. Dal prossimo anno ci saranno i posti del potenziamento. Ancora per l'anno prossimo si potrà fare la domanda di assegnazione provvisoria. Ma solo per il prossimo anno. Consigliamo tutti gli interessati di farla".

Veniamo al famoso merito. Il nucleo di valutazione sarà composto anche da genitori e studenti.

"Non ci va bene che uno studente di 14 anni sia chiamato a valutare i suoi professori. Non s'è mai visto che un figlio giudichi un padre sulla capacità di essere genitore. E poi, se si dà la possibilità di dare soldi in base alla valutazione... Il tutto sfugge alla collegialità e al controllo delle Rsu e viene assegnato ad libitum dal dirigente. E questo in un momento in cui gli stipendi sono 5 punti sotto l'inflazione. Dopo la sentenza della Corte costituzionale chiederemo il pagamento della vacanza contrattuale. Faremo ricorsi che vadano ad assegnare l'indennità che è bloccata fino al 2018. Si parla di 5 euro al mese ma questo è sbagliato anche perchè dovrebbero riconoscerla a partire dal 2008 e poi perché dovremmo verificare questa cifra. Non parliamo di 70 euro da corrispondere dal 2008 al 20018. Dobbiamo allineare gli stipendi al costo dell'inflazione per tutti".

Vi siete preoccupati anche degli Ata.

"Non si comprende come il personale Ata possa partecipare a meccanismo premiale e assunzionale. Sono state chiesta l'autorizzazione ad assumere poco più di 6.000 persone ma ad Anief risultano oltre 10.000 posti. Proseguiremo il contenzionso per personale Ata e per gli educatori".

Cosa farete in concreto e in generale?

"Citeremo il governo con una class action per le mancate assunzioni e inviteremo i neo immessi in ruolo che intendono chiedere risarcimenti milionari di citare per danni milionari il Governo nella persona del Presidente del Consiglio. Inviteremo i colleghi a rivolgersi ai Tribunali anche per verificare se ci sono violazioni del diritto del lavoro. Organizzeremo seminari sulla legge della Buona scuola anche perché i collegi dei docenti saranno chiamati ad applicarla in assenza di pronunce di Tribunale. Andremo a spiegare cosa c'è che non va".

Torniamo a un tema doloroso. Chi ha lavorato per 36 mesi rischia di non lavorare più, almeno stando alla lettera del disegno di legge.

"Il governo ritiene che non saranno piu chiamati. Ma la Ue non ha detto questo. Ha detto che chi ha fatto i 36 mesi di lavoro deve essere stabilizzato".

L'obiettivo dichiarato era quello di superare il fenomeno inesauribile delle supplenze.

"Il fatto che chi sarà chiamato nell'organico funzionale sarà utilizzato per le supplenze significa che si va verso un sistema per combattere il fenomeno della cosiddetta supplentite. La quale tuttavia non nasceva dall'esigenza di sfamare qualche bocca, nasceva semmai da una peculiarità del sistema scolastico. Non si può chiamare un docente di Matematica per una supplenza su una cattedra di Italiano e dunque c'è stato bisogno di tanti supplenti".

In realtà s'è trattato anche d'altro.

"In realtà s'è trattato di un abuso del personale precario per coprire posti vacanti e tutto questo per risparmiare sugli stipendi estivi".

In assenza della sentenza della Corte Costituzionale, che il 23 giugno scorso ha deciso di non decidere in meritio all'applicazione corretta della sentenza della Corte di Giustizia sull'abuso dei contratti a termine, che cosa devono attendersi i precari che hanno fatto causa?

"L'unico risultato che non può arrivare dai Tribunali è il rigetto del ricorso. Chi ha fatto causa per l'illegittima reiterazione dei contratti di lavoro ha la certezza di ottenere, quantomeno, il risarcimento del danno e addirittura la disapplicazione del contratto del 2011 che nega il primo scatto dopo i tre anni".

Non è poco, vista la caratura di quel contratto.

"Guardi, il precario assunto in questo momento, a meno che non abbia un preruolo di oltre 12 anni, a causa di un incrocio di norme, prenderà a vita lo stipedio base, posto che solo i primi 4 anni vengono riconosciuti per intero, mentre il resto è riconosciuto nei limiti dei due terzi. Appena firmereanno il nuovo contratto si applicherà infatti la legge Brunetta e rimani sempre sotto il secondo scaglione. Lo sblocco dei contratti, di cui si parla, è una presa per i fondelli".

Gira e rigira non rimane che l'Ordine giudiziario, e l'ottimismo indotto dalla sentenza Mascolo del 26 novembre a Lussemburgo.

"Voglio ricordare anche l'Ordinanza Bertazzi della Corte di Giustizia, riferita a un altro ambito di lavoro pubblico, secondo cui non si può costringere il lavoratore a un rapporto peggiore dei suoi colleghi". Aggiungiamo noi che l'Ordinanza 7 marzo 2013 della Corte di Giustizia di Lussemburgo citata da Pacifico, ha stabilito che "la clausola 4 dell'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999 e figurante in allegato alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, relativa all'accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato, deve essere interpretata nel senso che essa osta ad una normativa nazionale come quella controversa nel procedimento principale, la quale esclude totalmente che i periodi di servizio svolti da un lavoratore a tempo determinato alle dipendenze di un'autorità pubblica siano presi in considerazione per determinare l'anzianità di quest'ultimo al momento della sua assunzione a tempo indeterminato, da parte di questa medesima autorità, come dipendente di ruolo, nell'ambito di una specifica procedura di stabilizzazione del suo rapporto di lavoro, allorché le funzioni esercitate nell'espletamento del contratto di lavoro a tempo determinato coincidano con quelle di un dipendente di ruolo inquadrato nella corrispondente categoria della stessa autorità, a meno che la citata esclusione sia giustificata da 'ragioni oggettive' ai sensi dei punti 1 e/o 4 della clausola di cui sopra, ciò che spetta al giudice nazionale verificare. Il semplice fatto che il lavoratore a tempo determinato abbia svolto i suddetti periodi di servizio sulla base di un contratto o di un rapporto di lavoro a tempo determinato non configura una ragione oggettiva di tal genere".

Torniamo alla battaglia contro il Ddl. Si può dire che è finita nel peggiore dei modi.

Alla fine la parola sarà nei Tribunali. Non rimane che ricorrere. Chi ricorrerà bene, gli altri...".

"Così vi accusano di volervi arricchire con i ricorsi".

"Ci accusano se facciamo i ricorsi e ci accusano se facciamo le nostre battaglie fuori dalle aule di giustizia".

Però, diciamo la verità, un po' di colpa i docenti ce l'hanno. A leggere le tante discussioni in rete sembra che la massima preoccupazione sia la immobilizzazione. Quasi nessuno parla di stipendi fermi, pochi esprimono la voglia di farsi risarcire...

"Tanti docenti, spesso donne, avvertono il bisogno della scelta comoda, di stare vicino ai figli. E' comprensibile e hanno pure ragione: non è che una mamma debba aspettare anni per veder crescere i propri figli. Inoltre, si pensi anche ai costi del vivere lontano da casa, agli affitti. Però è vero, spesso ai colleghi, anche agli uomini, interessa più questo".

Forse serve una più marcata consapevolezza dei propri diritti e una maggiore dignità nel lavoro di insegnante.

"Le do un dato. Su un milione e mezzo di contratti ritenuti illegittimi, abbiamo censito solo diecimila ricorsi. Poi il tempo passa, si lascia perdere, scatta la prescrizione. Se il Governo non ha voluto trovare la soluzione giusta una ragione ci sarà. Se si fosse trovato con 300 mila ricorrenti da risarcire penso la storia sarebbe finita in maniera diversa".